Via libera al documento del dicastero per la Dottrina della fede “Ma nulla a che vedere con un matrimonio”
CITTà DEL VATICANO — Francesco ha approvato la possibilità di impartire una «benedizione semplice» alle coppie gay e alle coppie irregolari. È un bel salto rispetto al passato. Tanto che ogni volta che il tema è stato sottoposto al Sinodo, dalla prima assemblea del pontificato nel 2014 in poi, la mozione non è passata. Ora il Papa ha approvato, il giorno dopo il suo 87esimo compleanno, una “dichiarazione” del dicastero per la Dottrina della fede.
Non si tratta di «offrire una forma di legittimazione morale a un’unione che presuma di essere un matrimonio oppure a una prassi sessuale extra-matrimoniale», precisa l’ex Sant’Uffizio, perché per il magistero gli unici rapporti moralmente leciti rimangono quelli all’interno di un matrimonio, che può essere solo tra un uomo e una donna. Ma viene sancita «la possibilità di benedizioni di coppie in situazioni irregolari e di coppie dello stesso sesso».
Viene così superato il divieto che lo stesso dicastero vaticano aveva stabilito sempre sotto questo Papa, solo a marzo del 2021, quando prefetto era il gesuita spagnolo Luis Ladaria e segretario monsignor Giacomo Morandi. Pronunciamento al quale il Papa allora aveva dato il suo «assenso» poco convinto. Suscitando un’ondata di proteste tra i cattolici progressisti, in particolare in Germania e Nord Europa. In quell’occasione si trattava di un responsum (risposta, in latino) a un dubium (dubbio) proveniente proprio dalla Germania. Ora invece il dicastero responsabile dell’ortodossia cattolica pubblica una “dichiarazione”, documento di rango superiore: l’ultimo del genere era stato la Dominus Jesus del 2000.
La Fiducia supplicans risolve la contraddizione approfondendo il «punto di vista pastorale» e «sviluppando una comprensione più ampia delle benedizioni». Se, infatti, il “no” del 2021 era motivato dalla determinazione del magistero a non legittimare le coppie gay, bisogna altresì evitare, scrivono il nuovo prefetto, il cardinale argentino Victor Manuel Fernandez, e il nuovo segretario, don Armando Matteo, entrambi ricevuti ieri dal Papa, di «pretendere, per una semplice benedizione, le stesse condizioni morali che sichiedono per la ricezione dei sacramenti » col «pericolo che un gesto pastorale così amato e diffuso sia sottoposto a troppi prerequisiti di carattere morale, i quali, con la pretesa di un controllo, potrebbero porre in ombra la forza incondizionata dell’amore di Dio, su cui si fonda il gesto della benedizione». Le benedizioni, ricorda del resto il dicastero, sono «tra i sacramentali più diffusi e in continua evoluzione», e già oggi «hanno per destinatari persone, oggetti di culto e di devozione, immagini sacre, luoghi di vita, di lavoro e di sofferenza, frutti della terra e della fatica umana».
Non si possono negare, dunque, a «coloro che, riconoscendosi indigenti e bisognosi del suo aiuto, non rivendicano la legittimazione di un proprio status, ma mendicano che tutto ciò che di vero di buono e di umanamente valido è presente nella loro vita e relazioni sia investito, sanato ed elevato dalla presenza dello Spirito Santo». Perché «Dio non allontana mai nessuno che si avvicini a Lui». Da qui l’indicazione vaticana di evitare una «benedizione liturgica », «la cui forma non deve trovare alcuna fissazione rituale», come avviene nel matrimonio, e di ammettere, «evitando forme gravi di scandalo o confusione fra ai fedeli», una «benedizione semplice» da parte del sacerdote.
Prospettiva che già in passato ha suscitato le ire dei conservatori. Benedire le coppie gay «è una blasfemia », ha avuto a dire il cardinale Gerhard Ludwig Müller, predecessore di Fernandez alla Dottrina della fede. Il cardinale statunitense Raymond Leo Burke, recentemente sanzionato dal Papa, era arrivato a criticare addirittura il divieto del 2021, laddove ammetteva, però, l’esistenza di possibili «elementi positivi» nelle relazioni omosessuali. Sul fronte opposto, il percorso sinodale tedesco ha già approvato, nonostante i rimbrotti di Roma, la benedizione delle coppie gay, e oggi dalla Germania è stato subito salutato come «positivo » il documento vaticano. E se una nota paladina dei diritti lgbtq+ come suor Teresa Forcades ha argomentato la plausibilità delle nozze gay, il sacerdote statunitense Bryan Massingale ha criticato il catechismo: «Come puoi estendere accoglienza e compassione condannando allo stesso tempo gli atti d’amore come peccato?».