Il polo tricolore
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15 Novembre 2024il tempo della salute
di Alessandro Fulloni
nel 2019, secondo i dati dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, erano 50 i casi gravi di adolescenti che si erano rivolti al pronto soccorso per disturbi alimentari legati all’anoressia. Numeri che si sono drammaticamente triplicati dopo la pandemia. Uno scenario emerso a Il Tempo della Salute, la manifestazione, al Palazzo dei Giureconsulti a Milano, in programma sino a domenica, organizzata dal Corriere della Sera e dedicata alla salute in tutte le sue declinazioni.
L’8% degli adolescenti soffre di ansia, il 4% di disturbo depressivo e almeno il 50% delle psicopatologie che si riscontrano negli adulti hanno radici da cercare nella fascia d’età sotto i 14 anni. E ancora: nel 2019, per stare ai numeri raccolti all’Ospedale Bambino Gesù di Roma, erano 50 i casi gravi di adolescenti — nella quasi totalità ragazze — che si sono rivolti al pronto soccorso per disturbi alimentari legati anche all’anoressia. Numeri che si sono drammaticamente triplicati dopo la pandemia. A chiedere aiuto ragazze dall’età media sempre più bassa e salvate, in certi casi, all’ultimo istante.
Uno scenario emerso ieri a Il Tempo della Salute , la manifestazione in corso sino a domenica a Milano, al Palazzo dei Giureconsulti, organizzata dal Corriere della Sera e dedicata alla salute in tutte le sue declinazioni.
All’incontro su «adolescenti e salute mentale» Stefano Vicari, primario di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza al Bambino Gesù, ha detto che il «suicidio è la seconda causa di morte nella fascia tra i 10 e i 25 anni».
Negli «ultimi 10-15 anni c’è stato un aumento esponenziale dei casi di disturbo mentale nei bimbi e nei giovani perché il contesto sociale li favorisce». Un problema, l’uso ossessivo dello smartphone: «Dà sintomi della dipendenza simili a quelli delle droghe». Per lo scrittore Daniele Mencarelli «abbiamo paura quanto i ragazzi escono, ma il vero pericolo è in casa, con ciò che c’è nel mondo digitale».
Numerosi, i temi affrontati durante gli incontri a Il Tempo della Salute. Del futuro della ricerca scientifica ha parlato la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini. «L’espressione “cervelli in fuga” non mi appassiona, non serve alzare barriere per evitare che se ne vadano. Occorre creare le condizioni affinché rientrino, valorizzando capitale umano e tecnologico, creando infrastrutture di ricerca con i fondi del Pnrr. Ciò consentirà ai nostri straordinari ricercatori che lavorano in Europa e nel resto del mondo di tornare, facendo ecosistema in Italia».