E nelle osservazioni al Poc gli alberghi chiedono di ampliare del 20% la superficie con immobili vicini
di Ernesto Ferrara
La rivolta degli studentati contro i limiti annunciati da Palazzo Vecchio. Il ritorno in campo degli alberghi, che tramite le associazioni di categoria adesso chiedono di ingrandirsi. E la resa dei cinema: l’ex Colonnache è chiuso da 8 anni, dopo aver fallito trattative e accordi di rilancio a raffica, chiede ora la rimozione dei vincoli e l’ok ad una trasformazione in commerciale puro, mentre la proprietà del Fiorella di via D’Annunzio chiede l’ok ad una possibile ristrutturazione in negozi e appartamenti visto che l’attuale sala cinematografica fatica e non ci sono i margini per un restyling tecnologico.
Business e appetiti immobiliari giganteschi ruotano intorno al Piano operativo del Comune (Poc), lo strumento urbanistico che ne disegna il futuro, e dalle osservazioni proposte dai privati – oltre 400 – che assessori e uffici comunali continuano ad esaminare saltano fuori scenari di sviluppo e manovre dei grandi interessi. Una primavera- estate trascorsa ad annunciare provvedimenti contro gli studentati, anche per sterilizzare il referendum cittadino delle sinistre su cui continuava a crescere la mobilitazione, non salva adesso ad esempio Palazzo Vecchio da un autunno che si prospetta all’insegna dell’ira dei grossi player del settore. Quelli già operativi e quelli che hanno opzionato aree o immobili per realizzare studentati. Nell’elenco delle osservazioni ci sono almeno 3 privati big scatenati contro il Comune. Nel mirino sopratutto finisce la limitazione stabilita da un’autosservazione al Piano operativo fattadalla giunta Nardella che stabilisce che anche gli studentati attivi non possano più affittare liberamente – dunque come alberghi puri – per un periodo dell’anno. Già in fase di adozione del Poc nei mesi scorsi il Comune aveva ridotto la finestra consentita da tre a due mesi l’anno, sessanta giorni, individuando nei soli luglio e agosto la finestra per farlo. Quando il nuovo Poc sarà in vigore (fine anno se tutto fila liscio) stop ai cosiddetti “usi temporanei ai fini turistico- ricettivi” degli studentati, quelli aperti e quelli che apriranno. E scatta l’insurrezione. Prelios Sgr per conto del fondo “Hevf 2 Italia”, il fondo Usa proprietario della Manifattura Tabacchi delle Cascine dove è previsto un nuovo grosso studentato, fa sapere di ritenere «illegittime » le limitazioni introdotte dal Comune sugli usi temporanei e chiede che la norma sia cancellata o chequantomeno la Manifattura sia esentata dal giro di vite. La Fondazione Ceur, proprietaria dello studentato di via del Romito Camplus, affida allo studio legale Morbidelli-Traina una lunga e dettagliata osservazione in cui contesta lo stesso tema, opponendosi pure alla nuova misura del 20% di posti letto che nei nuovi studentati privati dovranno essere convenzionati con l’azienda regionale per il diritto allo studio. E anche Axa Real Estate, il braccio immobiliare del colosso francese delle assicurazioni che è promissario acquirente di un nuovo studentato da 400 camere a Novoli, contesta e attacca nella convinzione che “la cancellazione degli usi temporanei aggrava la posizione dei gestori che non potranno più contare sugli introiti turistici che servivano a calmierare la tariffazione per tutti”.
I nuovi alberghi in centro sono impediti dal Piano ma quelli esistenti ora chiedono di allargarsi: l’ampliamento della superficie del 20% ( entro 2mila mq) era già ammesso ma solo per ristrutturazioni di tipo antincendio, adesso Asshotel e Federalberghi chiedono sia permesso anche per la sola “ riqualificazione della struttura” e anche annettendo immobili adiacenti con destinazione residenziale. Ci sono molti grossi immobili che chiedono nuova vita e l’alberghiero e lo studentato restano in cima ai desideri: la Telecom di viale Guidoni, di fronte al Palagiustizia, proprietà di Fase Realty srl, edificio di oltre 6 mila mq in parte progettato da Michelucci, chiede di poter avere un 59% di direzionale ( con potenzialità di studentato), un 27% di residenza, 9% di commerciale e un 5% di alberghiero. E in centro è la stessa cosa che chiede anchel’ex Coin di via Calzaiuoli, immobile enorme di proprietà dell’Albama srl ora vuoto: invoca un mix di commerciale ma frazionato in 2-3 attività al pian terreno e case e albergo ai piani superiori. Pare che anche per l’immobile del Palazzo del Sonno su viale Lavagnini, accanto all’ex Student Hotel, su cui si era ipotizzata una scuola superiore, adesso tornino ipotesi di un mix che comprenda direzionale e residenza: la Città metropolitana che doveva acquistarla adesso chiede che la scheda urbanistica ad hoc sia cancellata. Per i cinema scenari foschi: le tre sorelle anziane proprietarie dell’ex Colonna si rivolgono al sindaco per non avere più i vincoli che condannano lo spazio all’abbandono, la proprietà del Fiorella chiede nuove destinazioni a case e negozi per poter in futuro vendere l’immobile. I film sembrano avere il tempo contato.