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3 Novembre 2022I collettivi: “Ce lo aspettavamo dalla destra al governo”. Domani il corteo alla Sapienza, il 18 la manifestazione nazionale Tensioni in ateneo, Gioventù nazionale: “Aggrediti due militanti”. E la rabbia per la norma “liberticida” accende anche i licei
«È stato il sotto testo presente per tutta la campagna elettorale, ora è iniziata la stagione di compressione dei diritti civili che ci aspettavamo dalla destra al governo: eccola». Scuote la testa Stefano Dilorenzo, voce della Sinistra universitaria all’Alma Mater di Bologna. Il tempo di alzare la voce sul caro affitti per i fuori sede e le aule sovraffollate un po’ in tutte le città e atenei e arrivano i manganelli alla Sapienza. E ora il decreto che punisce l’invasione di «terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico»: la miccia che dà fuoco alla mobilitazione degli studenti già programmata, con tutte le sigle, dalle superiori all’università, con una manifestazione a Roma il 18 novembre. Sfileranno in corteo da Piramide a viale Trastevere.
L’autunno caldo che già si annunciava sul fronte della scuola e dell’università come opposizione al governo, dopo la stagione delle occupazioni post-Covid viste la scorsa primavera nei licei, è surriscaldato dal decreto anti-rave. «Adesso prioritario è opporsi a questa misura liberticida», è il tam tam. Ci mettono poco, i ragazzi, a capire gli effetti di quel decreto, le ricadute, i rischi. «Picchetti e occupazioni cadranno in questa morsa giudiziaria, inaccettabile per noi — contesta Tommaso Biancuzzi, coordinatore nazionale della Rete degli studenti medi — le proteste vanno sempre capite piuttosto che represse. Volete discutere del fenomeno dei rave? Facciamolo. Ma qui si è arrivati a uno strumento repressivo e punitivo». Ora, temono i più, basterà la denuncia di un preside, quella che comunque i dirigenti fanno ad ogni occupazione, e si procederà d’ufficio contro gli occupanti. Il collettivo più radicale, Osa, annuncia già un picchetto venerdì al liceo Plauto, periferia di Roma Sud, contro il trasferimento di una parte di studenti in una succursale lontana. E sul 18 va giù duro: «Contro la vostra repressione e il vostro merito ci faremo sentire». Il ministero al Merito, altro bersaglio. «Merito e onore tra debiti e macerie», stigmatizza il collettivo Cambiare Rotta. «Alla scuola e all’università servono risorse e investimenti. Senza tutto questo, l’unico merito possibile è di chi parte avvantaggiato. La scuola finirà per selezionare invece di includere », osserva l’Unione degli universitari. Il portavoce Giovanni Sotgiu spiega: «Lottiamo per il diritto allo studio, per la salute mentale dopo la pandemia e continueremo a farlo. Ma ora la prima preoccupazione diventa una misura che per come è scritta, così vaga e ampia nella definizione della fattispecie del reato, può essere utilizzata per contrastare qualsiasi forma di aggregazione considerata poco gradita». A Napoli sabato la protesta degli universitari s’intreccerà con quella di lavoratori licenziati del movimento “Insorgiamo” che tiene dentro tutto, dalla crisi climatica al caro bollette, precarietà e disoccupazione. Cristina Trey, studentessa del coordinamento Link, ricorda che nel 2018 con il decreto sicurezza di Salvini divenne reato il blocco stradale a seguito della protesta dei comitati No Tap in Puglia: «Uguale schema si ripete ora, basta unire i puntini, dalle manganellate al nuovo decreto, per capire il disegno. Ma già prima dell’insediamento del governo sapevamo che si sarebbe arrivati a un aggravio della repressione sociale a fronte di una crisi strutturale dove a pagare sono le classi subalterne».
Ed è clima ancora teso alla Sapienza, ad una settimana dagli scontri tra studenti e polizia seguiti da una occupazione lampo di Scienze politiche. «Non è un caso che il decreto arrivi dopo l’occupazione della facoltà», dice Virginia Mancarella, studentessa alla magistrale in Chimica, coordinatrice nazionale di Link. «La sua formulazione è volutamente ambigua ed è evidente che con facilità l’articolo del codice penale introdotto possa essere utilizzato per reprimere le piazze e le occupazioni che rientrerebbero perfettamente nei “requisiti” necessari per definirle reato».
Gli studenti riuniti ieri in assemblea sul pratone dell’ateneo annunciano un corteo domani alla Sapienza e la partecipazione alla mobilitazione del 18, che vedrà proteste e presidi anche in altre città. Il responsabile romano di Gioventù nazionale Francesco Todde denuncia l’aggressione a due militanti, l’aria è tesa. Torneranno anche le scuole occupate in autunno? I rappresentanti degli studenti sono pronti a scommetterci: «Arriveranno, ma tra un po’, il tempo di lasciar lavorare questo governo…».