Il dipartimento di Stato americano a “Repubblica”: “Arresto della reporter ingiustificato Chiederemo l’estradizione dell’iraniano in carcere in Italia”. L’Onu: “I giornalisti vanno protetti”
NEW YORK — Stati Uniti e Onu uniscono le forze, per premere sull’Iran affinché liberi Cecilia Sala. Washington accusa Teheran di usarla come “leva politica” di ricatto, collegando il suo arresto a quello di Mohammad Abedini, detenuto dall’Italia su richiesta degli Usa per aver fornito droni a gruppi terroristici che hanno preso di mira cittadini americani e occidentali. Il Palazzo di Vetro invece ribadisce la linea secondo cui «i giornalisti devono essere protetti».
Un portavoce del dipartimento di Stato, dando a Repubblica la prima dichiarazione politica di sostanza rilasciata dagli americani sul caso Sala, dice che l’Iran deve smetterla di arrestare arbitrariamente cittadini stranieri per usarli come “leva politica” di ricatto. Quindi gli Stati Uniti chiedono «il rilascio immediato e incondizionato» di tutti i detenuti, inclusa Cecilia Sala. Però i droni trafficati da Mohammad Abedini servono a «sostenere gruppi terroristici e milizie filo iraniane che puntanoa destabilizzare l’intera regione », quindi Washington continuerà ad usare tutti i mezzi disponibili per contrastarli, a cominciare dall’estradizione dell’arrestato dall’Italia.
La richiesta a Roma di consegnare Abedini procede: «Vi rimandiamo al Dipartimento di Giustizia – dice il portavoce – per quanto riguarda accuse specifiche e ulteriori dettagli in questo caso».
La motivazione della domanda di estradizione è però troppo grave, per essere accantonata: «La proliferazione da parte dell’Iran di veicoli aerei senza pilota, o droni, sempre più avanzati e letali, e il suo continuo sostegno a gruppi terroristici e per procura violenti, rappresentano le principali minacce alla pace e alla stabilità nella regione». Perciò «rimaniamo impegnati a utilizzare tutti gli strumenti disponibili per contrastare l’intera gamma delle azioni destabilizzanti dell’Iran compreso il suo sostegno a gruppi terroristici e per procura violenti per indebolire e interrompere la capacità dei gruppi sostenuti dall’Iran di condurre attacchi terroristici». Il dipartimento di Stato, rispondendo ad una domanda specifica sul collegamento tra il fermo di Sala e quello di Abedini alla Malpensa, lo conferma: «Siamo a conoscenza della denuncia di arresto in Iran della giornalista italiana Cecilia Sala. Questo arresto – sottolinea il portavoce – arriva dopo che un cittadino iraniano è stato arrestato in Italia il 16 dicembre per contrabbando di componenti di droni. Chiediamo ancora una volta il rilascio immediato e incondizionato di tutti i prigionieri arbitrariamente detenuti in Iran senza giusta causa».Le motivazioni di Teheran per detenere una giornalista impegnata nel proprio lavoro, con visto e quindi rispettando le leggi del paese ospite, sono chiare, secondo Washington: «Sfortunatamente, il regime iraniano continua a detenere ingiustamente i cittadini di molti altri paesi, spesso per utilizzarli come leva politica. Non c’è alcuna giustificazione per questo e dovrebbero essere rilasciati immediatamente. I giornalisti svolgono un lavoro fondamentale per informare il pubblico, spesso in condizioni pericolose, e devono essere protetti». Gli Usa però non abbandonano l’Italia, in particolare alla vigilia della visita del presidente Biden, che sarà a Roma dal 9 gennaio: «Siamo in frequente contatto con alleati e partner i cui cittadini sono ingiustamente detenuti dall’Iran».
Invece dal Palazzo di Vetro Stéphane Dujarric, portavoce del segretario generale Guterres, manda questo messaggio all’Iran: «I giornalisti vanno messi in condizione di fare il loro lavoro liberamente, e devono essere protetti».