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11 Dicembre 2023
La ratifica del fondo salva Stati in calendario. Molinari: non ne parleremo, la premier dia indicazioni
Adriana Logroscino
Roma Non bastasse l’intasamento del calendario di Aula a fine anno, nella settimana parlamentare che si apre oggi si incunea la ratifica del Mes, all’ordine del giorno dei lavori della Camera giovedì 14. Un tema sul quale non solo si riaccende lo scontro tra maggioranza e opposizione, ma si registrano tensioni anche nello stesso schieramento di governo. Dove, se Forza Italia si mostra più aperturista, la Lega, con il capogruppo Riccardo Molinari, fa muro: «Penso che il 14 dicembre non discuteremo di Mes. Il negoziato sul Patto di stabilità è lontano dall’essere concluso». Quindi chiama in causa la premier: «La Lega pensa che il Mes sia uno strumento superato, ma aspetteremo di capire le indicazioni della Meloni in merito». Più brutale lo stop di Claudio Borghi: «Piuttosto che ratificare il Mes mi taglio una mano».
Il ministro agli Affari europei, il meloniano Raffaele Fitto, media: «Il Mes è un pezzo di un ragionamento ampio. Il Consiglio Ue deve affrontare le modifiche del bilancio e dossier rilevantissimi. Abbiamo la trattativa sul Patto di stabilità, le cose vanno raccordate. Una discussione che non tenga conto di queste due cose non ci convince».
Si profila, insomma, un nuovo rinvio. La ratifica del Meccanismo europeo di stabilità è in calendario giovedì. Mentre è ancora aperta la delicatissima trattativa sul Patto di stabilità. A parlare di questione «nelle mani del Parlamento, che deciderà il 14» era stato lo stesso ministro leghista Giancarlo Giorgetti. Niente fretta, stoppa le macchine però la Lega. Che evidenzia come prima del Mes, in calendario, ci sono l’approvazione del decreto Anticipi e il ddl sugli illeciti agroalimentari.
I pezzi del puzzle
Il ministro agli Affari europei: è un pezzo
di un più ampio
ragionamento
L’opposizione, al fatto che il problema siano i tempi di Aula, proprio non crede. Marattin di Italia viva sferza: «Continuate a scappare». Ma durissimi sono i commenti anche di Magi di +Europa («siete affetti da complottismo antieuropeo) e Gelmini di Azione («Basta con le buffonate»). Per il Pd è il responsabile economia Misiani ad avvertire: «Se il governo Meloni avallasse l’ennesimo rinvio della votazione sul Mes farebbe un atto di autolesionismo, indebolendo la posizione dell’Italia nel difficile negoziato Ue».
Cosa farà la maggioranza? Da FI, dove si era già esposto il vicepremier Antonio Tajani («giusta la ratifica, ma con un sistema di controllo»), ieri è intervenuto il capogruppo Barelli: «Può essere approvato se utile a ottenere la deroga al Patto di stabilità, può rasserenare gli animi, ma c’è tempo». Anche quello di Lupi (Noi moderati) è un sì condizionato «purché inserito in un ragionamento di sistema». Per Malan di FdI: «Prima si definisce il Patto di stabilità, poi ci occuperemo del Mes».