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28 Luglio 2023Piantedosi: Regione in difficoltà perché non ha firmato lo stato d’emergenza
Jacopo Storni
Ancora uno scontro politico sull’accoglienza dei migranti, ancora fortissime tensioni tra il governo e la Regione Toscana. A sollevare il caso stavolta sono le parole del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ieri al question time in Senato, secondo cui, a fronte degli aumenti esponenziali degli sbarchi rispetto agli scorsi anni, «le maggiori criticità a gestire il sistema di accoglienza, la cui capacità è stata incrementata di circa il 22% sul territorio nazionale, si stanno registrando nelle regioni che non avendo espresso l’intesa, come la Toscana, non sono in condizioni di avvalersi delle deroghe di protezione civile. Di contro proprio nelle regioni maggiormente interessate dai flussi, come Sicilia e Calabria, si rileva una sostanziale tenuta del sistema di accoglienza rafforzato dalle misure adottate per effetto dello stato di emergenza».
Il ministro fa riferimento all’intesa tra governo e Regioni, firmata in primavera, che ha portato alla dichiarazione dello stato di emergenza e quindi al commissariamento della gestione dell’accoglienza, un’intesa non firmata dalla Toscana e da altre tre Regioni guidate dal centrosinistra (Campania, Emilia Romagna e Puglia) visto che a Palazzo Strozzi Sacrati non si vuole definire l’immigrazione un’emergenza ma un fenomeno strutturale. All’attacco di Piantedosi replicano i tre assessori regionali coinvolti, Serena Spinelli, Monia Monni e Stefano Ciuoffo: «Non accettiamo che la realtà sia falsificata per ragioni di carattere politico. Sulla pelle delle persone si dovrebbe avere almeno la buona creanza di non speculare politicamente, ma di adoperarsi mettendo al centro l’interesse unico della persona, qualunque essa sia la sua provenienza».
Il commissariamento dell’accoglienza ha permesso, nelle Regioni in cui è stata firmata l’intesa, di usufruire di una parte dei 5 milioni stanziati dal governo Meloni (cifra valutata come irrisoria dalle Regioni che non hanno firmato) e soprattutto la possibilità, per le Prefetture, di bypassare tutti i bandi con gli enti gestori dell’ospitalità dei profughi. «Il modello per la gestione dell’accoglienza dei migranti che il governo Meloni ha impostato — continuano i tre assessori — serve solo a scaricare le tensioni sui territori, sulle amministrazioni locali e sul tessuto associativo e del volontariato. Ciò che deve essere fatto, e che è stato finora disatteso per ragioni di interesse politico ed elettorale, consiste nel mettere maggiori risorse per ampliare il sistema di accoglienza integrata, il cosiddetto Sai, e permettere così ai territori una gestione diffusa, per gruppi numericamente contenuti, a cui siano dati servizi di estrema necessità, come la mediazione culturale, l’insegnamento della lingua e l’assistenza psicologica. La Toscana ha strutturato negli anni questo modello, basato sull’accoglienza diffusa, e non intende tornare indietro».
Certo è che in Toscana, ma del resto anche in altre regioni firmatarie dell’intesa, i centri di accoglienza sono pieni e non sarà semplice gestire i 3 mila nuovi arrivi previsti fino alla fine di agosto.
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