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20 Gennaio 2023Pacciani presenta la Rete, Piccini la piattaforma
20 Gennaio 2023Nomi e contenuti
Continua la lotteria sui nomi dei candidati a sindaco per le elezioni amministrative della prossima primavera. Il primo a scendere in campo – come si dice – per capeggiare una coalizione, salita a sette liste (in testa “Per Siena”) è stato Fabio Pacciani, che sta svolgendo una disciplinata campagna di ascolto, di strada in strada. La coalizione di cui sarà leader accompagna il suo nome ad una serie di contenuti in via di elaborazione. Ed è un bene. Altrimenti la lotta si svolgerà, all’inizio almeno, tra nomi o cordate e collegamenti ai quali non si sa quali intenzioni corrispondano. Si è poi decisa Anna Ferretti, referente fino a ieri della Caritas e dotata di una valida e generosa esperienza in ambito sociale. Punta a vincere le primarie del blocco di centrosinistra – finora fantomatico – in calendario il 12 febbraio. È emerso un altro nome soltanto: Ernesto Campanini. Bonaccini ha parlato di un partito che si dovrebbe mettere “al servizio” di un fronte ampio e concorde… Ma di altre liste poco o nulla si sa. Le “primarie di coalizione” hanno un inconveniente non di poco conto. Sono inevitabilmente dominate dal pesce più grosso e danno luogo più ad un’acre competizione interna condotta senza risparmiare colpi che a piattaforme credibili sulle quali ragionare. In realtà le primarie aperte hanno una cronica debolezza. Si risolvono in scelte mosse dall’avversione a …. e sono vaghissime nelle promesse. Il centrodestra è spaccato: le componenti che si autodefiniscono civiche presentano Castagnini, mentre la litigiosa triade partitica composta da Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega ha scelto Emanuele Montomoli. Tramonta forse il proposito di presentarsi formalmente uniti. I temi su cui prioritariamente impegnarsi non sono stati precisati con chiarezza. Sarà davvero Emanuele Montomoli la carta vincente? Molto sostenuto da Fratelli d’Italia, finora l’avevano dato vicino a Marzucchi e all’Azione di Calenda. A complicare un quadro assai confuso e atipico saltano agli occhi elementi che suscitano più di una perplessità. Pacciani ad esempio insiste nell’attribuire al solo Pd la responsabilità della crisi determinata dal vistoso ridimensionamento del Monte dei Paschi. Si sa bene che l’affaire Monte investe parecchie responsabilità e in ogni caso oggi si deve guardare al futuro più che a rispolverare unilateralmente recriminazioni sul passato prossimo. Gli obiettivi strategici che stanno di fronte a Siena e al suo territorio non sono misteriosi. Né misteriose sono le risorse sulle quali far leva. Approfondirne la portata e le potenzialità è il vero problema. È giusto ammettere che il civismo fatto proprio dalla coalizione Pacciani si nutre di un serio discorso, che non nasconde opzioni politiche ed ha un analitico respiro programmatico. La candidatura Ferretti, già assessore con Ceccuzzi e Valentini, ha il difetto della settorialità: si attende da lei, al di là degli aspetti sociali, di conoscere le linee essenziali di una piattaforma comprensiva. Di contro il centrodestra si affanna nel valorizzare quanto di buono è stato fatto e dà tutta l’impressione di non disdegnare una sostanziale continuità con l’operato della giunta De Mossi. Che è da criticare in molte parti duramente ma non è tutto da buttare. Qualche risultato ordinario si è avuto in dettagli di scarso rilievo. Scelte fondamentali e innovative non si sono avviate e talune (la grande distribuzione ad esempio) da bocciare. Affannarsi in chiusa a reclamizzare un museo del Palio moderno, e digitale quanto basta, simboleggia l’enfasi su improvvide scorciatoie. E conferma l’illusione nociva che basta parlare a più non posso di Palio e Contrade per recuperare terreno. C’è da augurarsi che l’atmosfera si faccia più limpida e che il confronto tra idee e progetti prevalga sulle diatribe nominalistiche.
MPC
(da “La Voce del Campo”, editoriale)