Fondazione Giorgio Cini AGENDA | SETTEMBRE 2024
2 Settembre 2024La rabbia dei parenti paralizza tutto il Paese scioperi contro il premier e tensioni nel governo
2 Settembre 2024La ricostruzione
Lorenzo Cremonesi
TEL AVIV I comandi israeliani avevano capito che in quella zona dei tunnel a Rafah potevano esserci alcuni ostaggi ancora vivi. Lo sapevano dalla loro intelligence e pare lo avesse rivelato anche Farham Al-Qadi, il beduino rapito il 7 ottobre assieme a tutti gli altri 251 ostaggi e recuperato incolume dai soldati sei giorni fa. Si trovava in un altro tunnel a circa un chilometro da quello dove l’altra sera sono stati raccolti i cadaveri dei sei israeliani. S’impone una prima considerazione: Al-Qadi è vivo perché è un israeliano di religione musulmana; i sei sono stati invece uccisi perché ebrei. Tra l’altro erano quattro uomini e due donne tra i 23 e 40 anni, e gli uomini erano tutti nell’età del servizio militare per la riserva. Hamas conferma la politica adottata dal suo leader, Yahya Sinwar, da ben prima del 7 ottobre e certamente negli ultimi 11 mesi: i suoi militanti uccideranno tutti gli ostaggi ebrei se non ci sarà un accordo col governo Netanyahu. Sinwar è un profondo conoscitore di Israele, parla perfettamente l’ebraico, sa come approfittare dei punti deboli del suo nemico e ha pianificato l’intera operazione militare puntando proprio sugli ostaggi come garanzia di difesa e possibile accordo. Daniel Hagari, il portavoce dell’esercito israeliano, offre dettagli che raccontano di un’esecuzione in piena regola. I sei sono stati uccisi assieme da più colpi, anche alla testa, tra giovedì e venerdì, in un periodo compreso tra le 48 e 72 ore prima dell’autopsia eseguita ieri dall’Istituto medico di Abu Kabir. «Sono stati uccisi brutalmente dai terroristi di Hamas, forse un giorno o due prima dell’arrivo dei nostri soldati», ha spiegato Hagari. Lo scenario ricorda quello di altri sei ostaggi trovati morti nei tunnel nel Sud della Striscia il 20 agosto. Altri 5 corpi erano stati recuperati il 25 luglio. Sembra che in questi casi non vi fosse stata battaglia: i militanti di Hamas li hanno uccisi a freddo, sapevano che gli israeliani stavano arrivando e hanno preferito disfarsi degli ostaggi che potevano intralciare la loro fuga o comunque il ritiro da quella zona per riprendere a combattere altrove. Forse il ridispiegamento comportava il transitare da settori in superficie dove potevano essere individuati dai soldati o dai loro droni. A questo punto il cerchio si stringe. La stampa israeliana ricorda che dovrebbero essere ancora 97 gli ostaggi a Gaza, ma quelli in vita pare siano una quarantina, forse meno.