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14 Luglio 2024Houellebecq: «Sdentati, miserabili… Le élite al potere disprezzano il popolo (non solo in Francia)»
L’intervento dell’autore di «Annientare»: «Questo voto è più che mai un voto di classe»
All’inizio sono rimasto stupefatto, come tutti, da queste elezioni anticipate che mi sembravano irrazionali e suicide. Poi ho ricevuto l’email di un lettore che aggiungeva in allegato due pagine di Annientare (l’ultimo romanzo di Houellebecq, pubblicato dalla Nave di Teseo, di cui riproduciamo un passaggio, ndr): Bruno (il protagonista calcato sul vero ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, ndr) non era un cinico; non era nemmeno uno stupido, tutt’altro, e cominciava a interrogarsi sulle motivazioni profonde del presidente.
«Favorendo la candidatura di un mediocre come Sarfati, non aveva voluto agevolare la vittoria del Rassemblement national? Appena salito al potere, aveva probabilmente ipotizzato il presidente, il Rassemblement national avrebbe provocato dei veri disastri, il tracollo economico e sociale sarebbe stato immediato, e non ci sarebbe voluto molto prima che il popolo invocasse il suo ritorno, la sua rielezione tra cinque anni sarebbe stata assicurata, forse si sarebbero verificati addirittura dei fatti gravi, fuori dal quadro della legalità repubblicana, e non avrebbe avuto nemmeno bisogno di aspettare cinque anni. Il presidente aveva una mente abbastanza contorta da aver immaginato un simile scenario? Bruno sembrava pensarla così».
In effetti, non è impossibile che Emmanuel Macron abbia concepito questo piano perverso. Ma al momento i suoi subordinati immediati, e in particolare il primo ministro (Gabriel Attal, ndr) fanno di tutto per sabotarlo ricostituendo un «fronte repubblicano» sempre più improbabile, destinato a sparire all’indomani del secondo turno. Al punto in cui siamo arrivati, si tratta davvero di «tutti i partiti contro il Rassemblement national». Che io sappia, è rimasto solo Lutte ouvrière a non essersi associato a questa trovata. La parola di «sotto-cittadini» usata da Jordan Bardella è comunque esagerata; sarebbe più opportuno ricorrere a una vecchia definizione, i pezzenti. È così che le élite considerano il popolo, in particolare quello rurale: come dei pezzenti. Con qualche variante interessante. Gli «sdentati» (François Hollande), i «miserabili» (Hillary Clinton). Insomma, il voto è, più che mai, un voto di classe.
L’arroganza auto-soddisfatta delle élite francesi, che siano economiche o culturali, raggiunge livelli inauditi; ma questa divisione dei cittadini in due blocchi antagonisti si ritrova in termini comparabili in tutti i Paesi europei, e anche negli Stati Uniti, l’opposizione geografica e sociologica è davvero la stessa. Del resto, è un americano, Christopher Lasch, ad avere prodotto la migliore analisi del fenomeno, attraverso tutti i suoi libri. L’ultimo, La rivolta delle élite e il tradimento della democrazia, è particolarmente esplicito al riguardo.