Con lo sguardo impigliato nella rete dei sentimenti
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11 Agosto 2022Tra i carteggi tenuti da Hugo von Hofmannsthal (1874-1929), le lettere scambiate in gioventù con Edgar Karg (1872-1905) occupano un posto d’eccellenza, tanto che lo stesso poeta pensò di pubblicarne un buon numero, in un’antologia che avrebbe dovuto raccogliere il meglio della sua produzione giovanile.
Mentre il suo precoce talento viene celebrato nei cenacoli letterari, Hofmannsthal cerca qui di avvicinare alla propria esistenza da “poeta” un amico che, impegnato nel servizio di marina in località spesso assai remote, non può condividere con lui la stessa ricchezza culturale. Non si trattava, però, di fare opera di vacua divulgazione, ma di strappare la poesia all’atmosfera artificiosa dei salotti e delle accademie, e di porla in relazione all’esistenza degli uomini. Temi e problemi che hanno un peso fondamentale nella sua opera e in molta poesia moderna, vengono allora affrontati in modo immediato, e di continuo vengono intrecciati a esperienze quotidiane e affetti comuni.
Da un lato i primi passi compiuti da Hofmannsthal lungo il “cammino verso la vita”, nel tentativo di infrangere, grazie a questa amicizia, l’isolamento dell’artista (egli stesso ricorda quegli anni come “il periodo più solitario” della sua esistenza). Dall’altro una limpida, inedita prospettiva sulla riflessione condotta da Hofmannsthal sulla letteratura, sul suo rapporto con la vita, e più in generale sull’amicizia e la formazione dell’individuo. Uno di quei rari casi in letteratura dove l’espressione congiunge felicemente immediatezza e profondità.
Il diciottenne Hugo von Hofmannsthal (1874-1929), poeta, scrittore e drammaturgo austriaco, conobbe Edgar Karg von Bebenburg (1872-1905) nell’agosto 1892, appena concluso il liceo. Terminata l’Accademia militare a Fiume, Edgar, figlio di ufficiali di carriera, stava per compiere vent’anni e imbarcarsi sulla corvetta Saida, per un lungo viaggio che l’avrebbe portato in Asia orientale e in Australia. Il carteggio tra i due nuovi amici si apre con la lettera scritta da Hugo il 6 settembre 1892 dal Giura francese, dove sta continuando le vacanze, e si chiude con quella in cui, nel 1905, prega l’amico di rispedirgli per qualche giorno le lettere dei primi quattro anni, perché possa pubblicarle «in un libro in pochi esemplari e senza alcuna pretesa, più che altro un simbolo di una certa generazione»: conterrà «tutto ciò che ho fatto nella mia prima giovinezza, dal sedicesimo al ventesimo anno». Quel libro non sarà mai pubblicato, ma la richiesta dimostra quanto Hugo considerasse importanti quelle lettere. Edgar aderì all’invito, e morì un mese dopo di tubercolosi.