Capito! Fratelli d’Italia a Firenze vuole che rivinca il Pd
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«Che si dice a Carcas-sonne o a Salonicco su chi sarà il sindaco di Firenze?». Fino a poco tempo fa l’ascoltatore della domanda poteva fare un’alzata di spalle e cambiare direzione, non avendo tempo da perdere. Oggi, invece, siccome dovunque c’è qualcuno che ama Firenze e l’informazione corre sul web, il passante potrebbe fare due nomi, anzi un nome e un incarico: Batistuta e il direttore degli Uffizi. Il merito di un’improvvisa diffusione di conoscenza, anche se rimanesse letteratura di fantasia, va dato alla destra fiorentina o a chi le faccia da suggeritore. Diciamo la verità: è probabile che siano tutti ballon d’essai, ma intanto certificano un’imprevista esistenza in vita di uno schieramento e soprattutto del partito della Meloni. Inoltre, sovrastano il mercato pubblico dei candidati Pd che, finora, appartengono a una dimensione rispettabile quanto circoscritta più o meno a Scandicci e alla piana di Sesto: Batistuta e gli Uffizi sono noti anche a Carcassonne e a Salonicco, figuriamoci all’interno dei confini nazionali. Dato a Cesare quel che è di Cesare, conviene occuparsi di quanto avviene nel campo quant’altri mai confuso della sinistra fiorentina. La novità del giorno è la rottura nella maggioranza di Palazzo Vecchio, cioè il voto contrario dei renziani sulla delibera di Dario Nardella contro gli affitti turistici. È evidente la volontà di Renzi d’utilizzare il di più di consenso che, forse, gli resta a Firenze.
E di essere determinante per la successione all’inviso sindaco uscente, un tempo suo indiscusso delfino e poi invecchiato con troppa autonomia. Un risultato positivo, ovviamente, gli consentirebbe di utilizzarlo su un piano nazionale: come non si sa, ma se di voti ne prende pochi dappertutto, il suo talento resta notevole e questo lo sanno anche in Palazzo Vecchio. Non è facile, però, capire l’esitazione del Pd locale a mettersi in definitiva contrapposizione con Iv che peraltro non è attualmente necessaria per la maggioranza. Lo stesso Nardella che a ogni piè sospinto Renzi tenta di punire per la sua infedeltà, reagisce a un voto contro quella che lui e i suoi sbandierano come l’atto fondamentale della chiusura della legislatura con parole pacate e l’invito a una verifica (immortale eredità della prima repubblica, democristiana e non solo). Il fatto è che tutti vorrebbero un posto, ma nessuno sa per certo che cosa sia il Pd e nessuno capisce dove possa portare la leadership di Elly Schlein. A Monza impone il sostegno al radicale Cappato, fregandosene del disagio del partito, mentre in una piazza di significato nazionale, come sarà Firenze alle prossime elezioni, non dà segno, fino a questo momento, naturalmente, di voler indicare una linea politica, qualunque essa sia. Intanto a Carcassonne qualcuno ha chiesto a Eike Schmidt se va a farci una conferenza. Gli abitanti sarebbero contenti anche se non hanno capito perché lo voglia accompagnare un deputato di nome Donzelli.
Franco Camarlinghi
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