Dopo quasi cinque anni di convivenza il gioco è a chi resta con il cerino in mano a pochi mesi dalle elezioni
27 Ottobre 2022Il centrodestra senese non rispetta le istituzioni
27 Ottobre 2022L’operazione
MILANO — Lunedì si conclude l’aumento di capitale di Mps ma intorno alla banca più antica del mondo non accennano a placarsi le tensioni. Ieri è stata la volta di un articolo del Financial Times secondo cui si sarebbe acceso un faro dell’Antitrust europeo in merito alle commissioni (esorbitanti) del consorzio di garanzia delle otto banche, più Algebris. L’ipotesi è che si possano profilare aiuti di Stato, perchéper la normativa Ue la parte pubblica può intervenire a fianco dei privati ma solo se investe alle stesse condizioni. E in effetti a molti, anche non a Bruxelles, i 125 milioni sugli 837 milioni che dovrebbero arrivare dal “mercato” ma che in caso di inoptato resteranno sui libri delle banche sono sembrati davvero tanti, il 14,5%.
Dal canto suo, la portavoce della Concorrenza della Commissione europea ha dichiarato che non ci sono «commenti specifici» sull’aumento di capitale di Mps in questa fase. E poi ha aggiunto che la procedura per gli aiuti di Stato «deve essere notificata dallo Stato membro interessato alla Commissione per la valutazione, prima di qualsiasi concessione di aiuto ai beneficiari, a meno che non sia coperta da esenzioni per categoria». Insomma, per il momento nessuna conferma che ci sia un faro né una contestazione. “No comment” da Mps e nessun segnale dal Mef.
L’aumento di capitale, il settimo in quindici anni, si avvia a conclusione (il 31 ottobre) con un prezzo per azione sotto il valore dei nuovi titoli. Tolti gli 1,6 miliardi che ci mette il Mef, per il resto è stata una specie di caccia all’investitore che ancora va avanti: oggi potrebbe rompere gli indugi Enpam; nutrito il plotoncino delle Fondazioni Crt, Cariplo, Cuneo, Compagnia di San Paolo e forse qualche altra piccola che sta per aggiungersi. In tutto si dovrebbe arrivare a una cifra vicina ai 30 milioni; analoga a quella che hanno messo le Fondazioni toscane. Questi investitori sono sub-underwriter (Accordi di prima allocazione, li definisce il Prospetto) e secondo fonti di mercato riceveranno una commissione pari al 3,5%.