Gratteri e la fu sinistra
14 Settembre 2023Esplosione in fabbrica uccide tre operai “Come nel 2020, è un posto maledetto”
14 Settembre 2023
di Massimo Franco
Sembra una nemesi della storia, quella che sta colpendo il governo di destra sui migranti. Incolpare Giorgia Meloni e i suoi alleati per un afflusso così massiccio da fare impallidire quelli del passato sarebbe ingeneroso. Quanto avviene è figlio della destabilizzazione di nazioni nordafricane come la Tunisia e la Libia, e di una crisi internazionale che, ricorda lo stesso Carlo Calenda, leader di Azione, aggrava i problemi. Ma è legittimo chiedersi che cosa sarebbe successo se l’isola di Lampedusa fosse stata al collasso con un esecutivo diverso dall’attuale; o se allora Francia e Germania avessero deciso di chiudere i confini con l’Italia. È un brusco richiamo alla realtà per tutti, e la conferma di un problema strutturale impossibile da risolvere senza una collaborazione a livello europeo. Ma è anche la dimostrazione di quanto poco servano annunci roboanti sull’inasprimento delle pene per gli scafisti; o il tentativo pur meritorio di stipulare patti con la Tunisia nella speranza di fermare i disperati che attraversano il Mediterraneo. Ma a aggravare la situazione a Lampedusa è il contesto politico. Le tensioni con alleati come i governi di Parigi e Berlino ricordano che la campagna per le Europee spinge ogni Stato a guardare alle proprie opinioni pubbliche. Conferma l’esigenza per l’Italia di relazioni diplomatiche il più possibile distese con chi dovrebbe assorbire i migranti di passaggio nel nostro Paese per arrivare nell’Europa del Nord. La durezza con la quale ieri un portavoce tedesco ha ricordato che il governo di Roma si è ripreso solo una quota minima di stranieri è significativa. I limiti del «meccanismo di solidarietà volontaria» si confermano vistosi, e fonte di frustrazione per chiunque sieda a Palazzo Chigi. Le procedure di selezione di chi chiede asilo alla Germania venendo dall’Italia riprenderanno «non appena» si riapriranno i trasferimenti dei migranti verso l’Italia, comunica Berlino. La conclusione delle opposizioni è che la premier Giorgia Meloni e i suoi alleati hanno fallito e sono isolati nell’Ue. In realtà, da anni su questo tema è isolato più o meno ogni governo italiano. L’imbarazzo della maggioranza e la polemica dei suoi avversari nascono semmai dallo scarto con quanto veniva detto in campagna elettorale su impossibili blocchi navali. Ma questo rischia di alimentare la sindrome dell’accerchiamento del governo. Il leader leghista Matteo Salvini parla di «atto di guerra con una regia». Approccio scivoloso mentre si tratta con l’Ue sul Patto di stabilità, e con la Commissione contraria alla tassa sugli extraprofitti delle banche. Troppi fronti aperti fanno temere che l’Italia riemerga magari non isolata, ma ridimensionata.