A essere sotto osservazione sono proprio gli “zaiani” – la cosiddetta Lega di governo – in fermento per la svolta sovranista di Salvini. A riaccendere le polemiche è stata una foto che ritrae Tosi accanto all’assessore regionale Gianpaolo Bottacin durante un evento di FI, mentre dà buca alla kermesse delle ultradestre a Firenze. Il passaggio agli azzurri è imminente. Il problema è che non è l’unico. Si stanno preparando al trasloco anche gli assessori regionali Federico Caner e Roberto Marcato. Ma il contrattacco dei forzisti, a dire il vero, era partito in estate, con il rumoroso passaggio a FI dell’ex senatore trevigiano Giampaolo Vallardi, dopo 28 anni nel Carroccio. Con lui erano passati a FI anche Francesca Da Villa, ex assessore della giunta Brugnaro a Venezia, l’ex consigliere comunale di Padova Alain Luciani, e l’ex vice presidente della Regione, Gianluca Forcolin.
Il “clou” dei malumori si registra però negli ultimi giorni. Ai primi di dicembre il leghista Nicola Finco ha mandato su tutte le furie Zaia presentando in Consiglio regionale un emendamento non concordato con il partito. Probabilmente un assist a FdI. Anche lui è dato in rotta di uscita. L’emorragia non si arresta nemmeno nelle terre del Doge. Nel Trevigiano hanno dato il ben servito a Salvini in solo colpo l’ex sindaca di Vedelago, Cristina Andreatta, assieme agli ex consiglieri comunali Francesca Laner, Luca Ballan e Roberto Nicoletti, a cui si sono aggiunti Ilenia Tobio e Andrea Maritan (candidati con il Carroccio alle ultime elezioni) e l’ex consigliere comunale Renzo Franco. A settembre abbandonano il Carroccio anche i consiglieri comunali bellunesi Roberto Ferro e Francesco La Grua. A fare ancora più rumore però è l’annuncio delle dimissioni del sindaco di Castelfranco Veneto e presidente provinciale Stefano Marcon, che parla di un clima “da incubo” all’interno del partito. Sensazione condivisa pure dal sindaco di Palù, Francesco Farina, e dal leghista Giovanni Bottura, usciti dopo il caso Marcon.
A inizio ottobre anche l’ex deputato Vito Comencini saluta Salvini. La scelta, spiega il parlamentare veronese, è stata una conseguenza dell’addio al partito dell’ex ministro della Giustizia Roberto Castelli. E infatti, anche in terra lombarda il fuggi fuggi non sembra fermarsi.
Il caso più eclatante è quello di Pavia, dove da maggio FI ha pescato 12 esponenti di spicco del Carroccio. Tanto da chiudere la campagna tesseramenti provinciale con 3.500 nuovi iscritti. L’ultimo passaggio è stato a novembre, quando l’ex assessore regionale Silvia Piani e i consiglieri comunali Gennaro Gallo e Gianmatteo Rona sono passati tra gli Azzurri. Rona spiegherà: “Non credo più a chi taglia solo nastri e fa selfie”. A pensarla così è anche l’ex deputata Maria Teresa Baldini, con un passato nella Lega di Bossi. È appena uscita da FdI per fondare il movimento “Lega per il Nord”: “La Lega è nata con certe idee, autonomia e federalismo – spiega al Fatto – ma nel partito di Salvini questi concetti non ci sono più”.