Lucio Dalla – Futura
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3 Luglio 2024di Pierluigi Piccini
La storia della Fondazione Santa Maria della Scala prende avvio con l’Amministrazione De Mossi e la nomina della Commissione che ha stilato lo Statuto e programmato l’avvio sperimentale delle attività.
Chi ha preso parte al lavoro della Commissione ricorderà molto bene che la Fondazione nasce dall’impulso comunale che mette a disposizione il proprio patrimonio ma si spinge verso la piena autonomia e affrancamento dall’Istituzione Pubblica per puntare su un soggetto nuovo che opera con i vantaggi del terzo settore.
A questo proposito, proprio per i dubbi di legittimità che erano stati sollevati nel corso dei lavori, si era convenuto di procedere ad un avvio sperimentale delle attività in attesa, principalmente, di verificare la compatibilità della Fondazione SMS con la normativa in materia di terzo settore, vale a dire il nuovo Codice approvato con il D. Lgs 3 luglio 2017 n. 117.
Era questo un passaggio cruciale per delineare la fisionomia del nuovo Ente e tracciare le scelte successive, su cui andare a misurare altresì le nomine e la funzionalità degli Organi di governo.
La fase sperimentale doveva essere portata a termine entro la data del 31 dicembre 2023 ed a quella data l’Amministrazione aveva preso impegno di verificare la suddetta compatibilità e adottare le conseguenti scelte strategiche.
Al solito si registra non solo che tutto questo non è avvenuto: perché? Per volontà di chi? E soprattutto che senza alcun passaggio in Consiglio Comunale si è imboccata una strada completamente diversa senza valutare le conseguenze, procedendo addirittura a fare le nomine prima della verifica. Situazione che per quanto mi riguarda ho segnalato più volte.
Il Presidente del Santa Maria della Scala rilascia infatti una intervista in data primo luglio in cui chiarisce che la Fondazione non è compatibile con il Codice del Terzo Settore e preannuncia che il Ministero della cultura, a parte alcuni “cavilli” tecnici di poco conto, è ansioso di entrare a far parte della Fondazione.
La domanda che ci poniamo è semplice: ma dove è stata presa questa decisione? Ma cosa più importante e decisiva, quali sono le conseguenze di un mancato statuto costruito nell’ambito dell’Ente del terzo settore? A quali conseguenze va incontro il Santa Maria della Scala? Si risolve il tutto con qualche emendamento? Lo statuto deve ritornare in Consiglio? Gli organi nominati sono legittimati a governare la Fondazione? Gli atti compiuti che valore hanno?
Evidentemente chiunque si sente in diritto di sparare annunci e non solo quelli. Ma le conseguenze che se ne colgono e che derivano dal cambio di direzione che andava verificato come previsto dalle stesse norme transitorie dello statuto in oggetto, intese come norme di salvaguardia, sembrano gravi e per nulla irrilevanti.
Intanto il sindaco dovrà chiarire che cosa è stato fatto in termini di verifiche a conclusione della fase sperimentale. Ma soprattutto dovrà essere spiegato verso quale Statuto si vuole andare, in quanto la volontà espressa dal Consiglio Comunale ad oggi è un’altra. La questione è particolarmente grave e significativa al tempo stesso perché la realtà è che il Comune ha gestito fino ad oggi e continua a farlo, come se la Fondazione fosse una struttura del Comune. Così facendo esiste un artificio contabile che incide direttamente sul bilancio comunale e sugli atti che la Fondazione/Comune ha preso: siamo sicuri che su tutti ci fossero le coperture finanziarie necessarie?
Fra l’altro in una condizione di assoluta carenza di provvedimenti deliberativi perché il Consiglio Comunale è fermo allo Statuto che ha approvato.
Il cambio di direzione sulla forma giuridica dell’Ospedale dichiarato così tra le righe, en passant con nonchalance in un articolo di un giornale ha innescato una serie di problematiche tecniche, amministrative, contabili e professionali di non facile soluzione. Uno stato dell’arte che non giova a nessuno tanto meno allo stesso Ministero della cultura – così almeno parrebbe – dato che vorrà verificare il rispetto delle condizioni di legge prima di aderire al nuovo Statuto.
Lo stesso dovrà ripercorrere l’iter di una nuova valutazione mediante la nomina di apposita commissione consiliare e dunque rimettere il proprio destino alle future determinazioni del massimo organo cittadino.