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29 Luglio 2023La stima dell’Irpet dopo l’annuncio del governo. Biffoni (Anci): impensabile togliere risorse ai Comuni
Giorgio Bernardini
«È impensabile che le risorse previste non arrivino». Il presidente di Anci Toscana Matteo Biffoni si è svegliato con la chat Whatsapp dei sindaci infuocata. Il suo sfogo è il frutto di una mattinata di colloqui e rassicurazioni, ma anche di allarmi e lunghe telefonate. L’annuncio del ministro Raffaele Fitto sulle modifiche al Pnrr hanno gettato nello scompiglio gli amministratori. L’inquietudine è frutto del fatto che le voci di spesa su cui si cercherà di diversificare la fonte di investimento riguardano moltissimi progetti dei Comuni toscani. E poi c’è da capire se e come influirà il taglio sui progetti per cui c’è già stato uno stanziamento. «Come ormai tutti sappiamo e come dicono i dati, i Comuni sono i soli che stanno spendendo presto e bene le opere del Pnrr. In molti casi — spiega Biffoni — le hanno addirittura già realizzate. E dunque siamo davvero molto preoccupati per le conseguenze che potrebbe avere lo “storno” delle risorse annunciato dal governo. Che per la maggior parte interessa proprio interventi che riguardano i Comuni. Questi erano miliardi che davamo per acquisiti: ora cosa succederà?».
Dai primi calcoli di Anci per la Toscana il taglio ammonterebbe a circa 600 milioni. Per gli interventi sulla valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni si tratterebbe di 227 sui 240 milioni previsti per finanziare i 1.410 progetti in corso; per la rigenerazione urbana taglio di 306 milioni su 355 (per 199 progetti); per i piani urbani integrati di 53 milioni su 64 (per 16 progetti); per le aree interne di 13 milioni su 14 (per 28 progetti). «Il governo assicura che queste risorse arriveranno ugualmente da altre fonti — aggiunge Biffoni — Non vogliamo neanche pensare che questa promessa non sarà mantenuta. Sarebbe una beffa assurda. I Comuni, per dirla alla napoletana, si ritroverebbero “cornuti e mazziati”. Non può succedere». Ma le stime nefaste non si fermano qui. L’Istituto regionale di programmazione economica della Toscana (Irpet), ha elaborato per il Corriere Fiorentino una proiezione ancor più preoccupante. Secondo l’istituto diretto da Nicola Sciclone i tagli operati dal governo potenzialmente si avvicinano un po’ di più al miliardo di euro: per la precisione 881 milioni che in questa regione si sarebbero potuti spendere sino al 2026, anno di termine del programma europeo. «Immaginando questa cifra riferita al moltiplicatore dello 0,7% che si era stabilito per gli investimenti sul territorio, potremmo infine dire — spiega lo stesso Sciclone — che questo taglio incide per 617 milioni in meno in 5 anni in Toscana». Nelle sue proiezioni Irpet dettaglia anche quali saranno i finanziamenti persi alla voce «gestione rischio alluvione e rischio idrogeologico», 80 milioni di euro a fronte dei 118 già finanziati, – e alla voce «resilienza ed efficienza energetica», per cui andrebbero persi 372 milioni a fronte dei 237 già stanziati in Toscana in questo ambito. «È vero che il governo ha anticipato che i progetti saranno finanziati da fondi alternativi, ma la dilazione comporta gli spostamenti in avanti di investimenti che talvolta sono urgenti. La Toscana ad esempio — fa notare Sciclone — è terza in Italia per rischio idrogeologico (dopo Trentino ed Emilia Romagna, ndr ), può dunque creare problemi seri rinviare certe sfide su voci così sensibili».
La preoccupazione è diffusa non soltanto tra le istituzioni locali ma anche tra associazioni di categoria e sindacati. Proprio la scorsa settimana un focus di Ires, il Centro studi della Cgil Toscana, rilevava come i rallentamenti sul Piano di ripresa e resilienza possano costare un punto di Pil e 20 mila posti di lavoro alla Toscana: «Una simulazione che può solo peggiorare — spiega ora il presidente Gianfranco Francese — poiché prima registravamo un rallentamento, oggi si è trasformato in una messa in discussione». La preoccupazione, come detto, viene espressa anche ad altri livelli istituzioni. Il presidente della Toscana Eugenio Giani è tra i più critici: «Questo atteggiamento ondivago, di far andare avanti qualcosa, di fermare altro per convertirlo a non si sa bene che cosa, purtroppo è un po’ il fallimento di un’impostazione che ha voluto rimettere mano al Pnrr, e quindi perde l’occasione di farlo andare avanti con incisività e rapidità».
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