Socialismo liberale l’eredità di Draghi tradita dai partiti
26 Luglio 2022Zona Bianca del 25 luglio 2022 (dal punto 2.08.33)
26 Luglio 2022Verso le elezioni
«Sento l’orma dei passi spietati…»
Il tanto discusso verso del Ballo in maschera può descrivere lo stato d’animo dei dirigenti del Pd e della sinistra in generale di fronte alla possibile affermazione di una destra guidata da Giorgia Meloni. Che si possa sentire il rumore di un’orma, lo si può concedere a Giuseppe Verdi, meno a chi non ha virtù poetiche o musicali, ma nel caso dell’attesa del voto prossimo venturo, è utile, soprattutto per quanto riguarda la Toscana. Può darsi che anche dopo il voto del 25 settembre si confermi la continuità dello storico rapporto fra sinistra e destra in questa regione, ma mai, come in questo momento, si avverte la sensazione che possa avvenire anche il contrario.
In breve: se nei seggi uninominali in Toscana dovessero prevalere i candidati della destra (o del centrodestra, come si preferisca), questo avrebbe un’influenza decisiva sulla capacità del trio Berlusconi, Meloni, Salvini di prevalere sul piano nazionale. Ecco che cresce di conseguenza la responsabilità per la destra in una ex-regione rossa che ha mantenuto fino a oggi una primazia a sinistra del voto politico, a differenza della stessa Emilia. A questo punto si pone, anzi s’impone, un interrogativo: cos’è la destra o il centrodestra in Toscana, allo stato delle cose, e che leadership esprime in grado di confrontarsi su un piano non solo locale? Storicamente e per molti anni il centro destra in questa regione è stato dominato da Forza Italia.
E da una leadership, quella di Denis Verdini, in tempi in cui era sufficiente mantenere influenza e capacità di spartirsi un po’ di potere, soprattutto economico o finanziario. Comunque, Verdini c’era e FI c’era, ora le tracce di Berlusconi sembrano assai meno evidenti, malgrado alcune presenze che rimangono e sembrano avere una giusta considerazione, come quella del senatore Mallegni che riunisce a tavola, come si usava nella prima repubblica, i suoi corrispettivi della Lega e di FdI. Può darsi che Berlusconi rimanga decisivo per la forza delle sue idee o per l’ombra che ancora lo accompagna, come il Peter Pan di una grande stagione passata, ma non sembra che le «orme» di FI in Toscana possano essere quelle che appaiano le più spietate a un possibile timoroso centrosinistra. Nemmeno la Lega è oggi la protagonista evidente della destra da queste parti, anche se ha avuto risultati importanti rispetto a un passato (quello di Bossi, per intenderci) in cui non esisteva una penetrazione al di sotto della Linea gotica. La sconfitta di Susanna Ceccardi contro Eugenio Giani alle Regionali è stata un fallimento dello stesso Matteo Salvini.
In soldoni la centralità della sfida per un risultato che il 25 settembre può essere determinante per l’Italia poggia sulle spalle di FdI e della sua crescita, in sostituzione anche del peso degli alleati. Si giunge qui a un punto determinante del ragionamento: su quali leadership, su quali proposte, su quale classe dirigente si potrà basare il protagonismo di una forza politica che già ha problemi, per tutte e tre le questioni poste, sul piano nazionale. Forse potrebbe rispondere l’onorevole Giovanni Donzelli che ha una storia novecentesca, anche se è giovane e ha percorso le strade della politica come si faceva una volta, passando attraverso la destra del Msi, di An e ora di FdI, nonché percorrendo gradualmente i sentieri della carriera politica da un livello istituzionale e uno più elevato. Vedremo come Donzelli realizzerà i suoi compiti di organizzatore della prossima campagna elettorale, ma non c’è dubbio che una classe dirigente della destra toscana è apparsa crescere e consolidarsi via via con i sindaci, con i risultati di Pistoia (due volte), Arezzo e Lucca. Bisogna dire che tale crescita ha un segno evidente di destra che è però compensato da una certa libertà di scelta politica che va in una direzione più moderata: i sindaci del centrodestra in Toscana che hanno firmato il manifesto per Draghi lo dimostrano. Quello che sarà decisivo per la destra anche qui verrà dai programmi e dalle proposte sulle scelte di politica estera, sul rapporto con l’Europa, sul sostegno a una società aperta invece che una visione autoritaria. Per conquistare Palazzo Chigi il centrodestra ha tanto da lavorare per unificare i punti di vista dei suoi protagonisti, ma senza un lavoro simile anche in Toscana la sfida sarà più difficile.
I passi da compiere per quanto riguarda programmi e classe politica all’altezza sono molti, non spietati come quelli dei congiurati del Ballo in maschera , ma indispensabili.
Franco Camarlinghi
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