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25 Ottobre 2022“Il centrodestra potrebbe non ricandidare il sindaco uscente De Mossi, che giocherebbe da civico. E con lui potrebbe flirtare il Terzo Polo”.
Nardella pensa alla scalata al Pd e va in tour con il suo libro per sondare sindaci e territori
« Non farò il candidato delle correnti » avverte I sondaggi nazionali insistono nel dare come favorito alla segreteria Stefano Bonaccini
di Ernesto Ferrara
In campo nella lunga corsa alla segreteria nazionale del Pd. E con l’intenzione di restarci, per il momento. Non ancora al punto da lanciare ufficialmente la sua candidatura, ma convinto di poter difendere il punto persino con Stefano Bonaccini, con cui ha preso un amichevole caffè sabato scorso in Palazzo Vecchio e con cui si sta sentendo spesso. Secondo alcuni per trattare. Secondo altri persuaso di poterla spuntare lui al congresso, forte dell’appoggio di un pezzo della sinistra del Pd e del Sud. E il giro d’Italia che ha in mente di fare da metà novembre per la presentazione del suo primo libro, “ La città universale” ( La Nave di Teseo), servirà anche come test: un sondaggio tra sindaci, territori, base. Per capire equilibri, alleanze, sostegni. E così rompere gli indugi.
È un autunno al bivio, quello di Dario Nardella. Il bivio della scalata al Pd. I sondaggi nazionali continuano a insistere sul primato di Bonaccini e su una possibile sfida da sinistra di Elly Schlein. Eppure l’operazione Nazareno ancora intriga il sindaco. Il primo turno è fra gli iscritti Pd e i nardelliani ritengono di avere speranze. Alcuni sono convinti che lo stesso Bonaccini verificherà di non avere con sè tutto il campo riformista e alla fine possa cedere il passo a Nardella. Ma gli strateghi di Bonaccini negano: «Non esiste, stavolta Stefano corre » . Altri nello schieramento nardelliano insistono che il sindaco dovrebbe trattare un’intesa con il presidente emiliano. E qualche passo in questo senso c’è stato. Ma è presto. Molto deriverà anche dalle scelte dei sindaci big: «Non farò il candidato delle correnti» avverte sempre i suoi del resto Nardella. Che potrebbe avere con sè Manfredi di Napoli. Ma i bonacciniani considerano dei “loro” De Caro, Gori, Sala. Per di più anche in Toscana Nardella non ha al momento trovato terreno facile: il governatore Giani e il presidente del Consiglio Mazzeo sono su Bonaccini. E nello stesso gruppo Pd in Palazzo Vecchio 4-5 consiglieri guardano all’emiliano: due, Piccioli e Calistri, insieme all’assessora Del Re, sono stati avvistati sabato in Palazzo Vecchio con Bonaccini ospite del Foglio.
«Non possiamo spaccare i riformisti. Dario deve e può ancora trovare un accordo con Stefano» teorizzano i bonacciniani toscani rivendicando dalla loro parte anche la sindaca di Empoli Barnini, ritenuta – come Caterina Bini – una possibile segretaria regionale Pd dopo Bonafè. Il capogruppo dem in Regione Ceccarelli è però su Nardella. Come Salvetti e Fossi. « I bonacciniani sono terrorizzati della corsa di Dario » spiega un nardelliano di rango. Presto per fare previsioni. Nardella per ora non rompe con Bonaccini e resta in campo: «Mi candido a portare idee dirompenti nel Pd. Guai se il congresso fosse un regolamento di conti, mi auguro sia il più aperto possibile» dice. Italia Viva invece allarga la guerra al Pd: il nuovo presidente della Provincia di Siena Bussagli eletto domenica «senza i voti renziani » , tuonano i dem. « È il Pd che ha chiesto i voti a destra » , contrattacca il Terzo Polo. Che per le amministrative a Siena correrà da solo. Il centrodestra potrebbe non ricandidare il sindaco uscente De Mossi, che giocherebbe da civico. E con lui potrebbe flirtare il Terzo Polo.