di Maurizio Bologni
Quella che potrebbe essere una corazzata della prosperosa dop economy, una corazzata spinta dal sempre più potente motore di turismo e viticoltura, è in realtà un vascello alla deriva. “Mps Tenimenti Poggio Bonelli e Chigi Saracini – Società agricola spa”, che possiede decine di ettari di vigne del Chianti Classico, caseggiati e ruderi, ha accumulato così tante perdite negli ultimi anni di esercizio da rischiare, appunto, il naufragio. Niente profitti, solo bilanci in rosso. È uno dei fallimenti della storia recente di Mps. E ora la Banca, proprietaria al 100%, vuole disfarsi della tenuta. Promette di farlo entro il 2024, sotto il pressing della Commissione Europea che può tollerare una proroga all’uscita dello Stato dal controllo dell’azienda di credito ma non da un asset in deficit, quello “agrituristico” dei Tenimenti, che non è strumentale all’attività bancaria. Se la cessione si farà, sarà però una svendita: entro il 2024 non ci sarebbe tempo per risanare. E allora affiorano soluzioni alternative.
La storia delle aziende di Tenimenti spa, che oggi ha 34 dipendenti, è antica quanto la banca Monte dei Paschi 1472. Anzi, è più vecchia di qualche anno. In oltre mezzo millennio la proprietà è passata nelle mani del conte Chigi Saracini e dell’Accademia musicale Chigiana, per finire tra le braccia di Babbo Monte e arrivare ad oggi con una dote niente male: 840 ettari tra Castelnuovo Berardenga e Montaperti, 88 ettari di vigneti docg, di cui 18 di Chianti Classico, 7 mila olivi, 300 ettari di seminativo di cui 150 irrigui, un vasto patrimonio immobiliare solo in parte utilizzato per ospitalità turistica a gestione esternalizzata. E i conti di Mps Tenimenti sono un disastro, mentre nelle aree circostanti i giganti del settore, da Antinori a Frescobaldi, macinano utili. La Società Mps, invece, con un bilancio che non ha mai raggiunto i 2 milioni di euro di ricavi tra 2019 e 2021, starebbe chiudendo il 2022 con 600 mila euro di perdite dopo essere andato in rosso per 817 mila euro nel 2021, 1,1 milioni nel 2020 e 5,6 milioni nel 2019. E ora?
Intanto Banca Mps ha rinnovato i vertici di Tenimenti – gestita negli ultimi otto anni da Agriconsulting – insediando ora alla presidenza Mauro Rosati, anima dalla fondazione senese Qualività che promuove l’eccellenza in agricoltura, mentre come ad è stato chiamato Ranieri Moris, ai vertici del gruppo vitivinicolo maremmano Morisfarms. Gente di buone relazioni, in grado di trovare compratori per Tenimenti, la cui svendita in queste condizioni deficitarie renderebbe però indelebile la macchia di sconfitta su Banca Mps, che si fregia di essere in Italia la prima banca verde, per attenzione al settore ma anche storicamente – con l’Istituo nazionale credito agricolo (Inca) – e che sbandiera l’accordo con il ministro Lollobrigida per mettere a disposizione delle imprese agricoleun miliardo di finanziamenti.
A Siena c’è chi storce il naso davanti all’ipotesi di svendita di quei Tenimenti che alcuni ritengono un bene d’interesse pubblico. Qualcosa si è mosso dentro la Fondazione Mps, da dove il consigliere Paolo Chiappini ( la sua famiglia è stata proprietaria di Poggio Bonelli) ha indirizzato una lettera a vari interlocutori con cui invita a riflettere su possibili sinergie tra istituzioni per valorizzare Tenimenti e non svenderla. Tra i destinatari della lettera, oltre al presidente della Fondazione Mps, anche Angelo Riccaboni, presidente della Fondazione Prima, il programma dell’Unione Europea che ha individuato nel Santa Chiara Lab dell’Università di Siena il fulcro per promuovere innovazione e ricerca in gestione delle risorse idriche, agricoltura sostenibile, cibo e filiera alimentare. Il passo successivo, di una progettualità da sviluppare, potrebbe essere creare un asse Fondazione Mps – Fondazione Prima per una gestione che faccia delle tenute Poggio Bonelli e Chigi Saracini il campus d’eccellenza di sperimentazione delle attività di Prima, un gioiello produttivo e un biglietto da visita nel mondo. Se l’idea ha gambe e potrà correre, lo dirà il tempo.