Willy Deville – Mixed up, Shook up Girl Live
13 Aprile 2023“Simpatica” iniziativa della Ferretti all’anfiteatro
13 Aprile 2023Pd, migranti, rifiuti
C’’è una sottile ironia nel fatto che le più evidenti spaccature all’interno del Pd toscano riguardino l’atteggiamento da tenere nei confronti degli impianti di termovalorizzazione e die Cpr, i Centri di permanenza per il rimpatrio in cui, in base a un decreto legge varato nel 1998 e successivamente modificato nel 2017, in entrambi i casi quando governava il centro sinistra, dovrebbero essere trattenuti i migranti in attesa di essere trasferiti negli Stati di provenienza. I rifugiati sono persone, non cose, potrebbe obiettare qualcuno; ma resta il fatto che il mutato atteggiamento del Pd toscano nei confronti di Cpr e impianti di smaltimento è indice di un disagio interno al partito, che il recente cambio di segreteria ha ovviamente fatto emergere. La realtà è più complessa. La maggior parte dei migranti è mossa da fattori economici; invoca quel diritto alla ricerca della felicità che induceva, magari inconsapevolmente, i nostri antenati a migrare nelle lontane Americhe all’epoca semi deserte e tuttora, per la verità, sotto popolate rispetto alla Penisola: se la densità demografica dell’Italia di oggi è di 196 abitanti per chilometro quadrato, quella degli Usa è di 35 e quella dell’America latina di 31. Se molti migranti per motivi politici o economici vengono in Italia per lavorare, cadendo spesso nelle mani di sfruttatori senza scrupoli, fra loro non mancano neppure le pecore nere.
Per rendersene conto basta viaggiare in certe ore su un treno regionale, fermarsi a una certa fermata della tranvia o magari leggere il «mattinale» dei Commissariati. I Cpr dovrebbero mettere in condizione di non nuocere agli altri e anche a se stesso chi non ha titolo per rimanere in Italia e per motivi pratici non può essere rimpatriato in tempi brevi.
Oggi, la sinistra toscana, che in un primo tempo ne aveva accettato la realizzazione, la rifiuta e anche chi l’accetterebbe invoca l’abolizione o la revisione della Bossi-Fini sull’immigrazione. Ma è stravagante chiedere una volta all’opposizione la modifica di una legge che non si è mai toccata nei lunghi anni trascorsi al governo. Un discorso a parte merita l’altra pietra dello scandalo all’interno della sinistra toscana: la realizzazione degli impianti di smaltimento rifiuti, che sono qualcosa di diverso dalle vecchie discariche.
Non è facile capire perché debbano essere demonizzati in Toscana i termovalorizzatori che invece da decenni operano all’interno di città come Basilea o Vienna, dove l’impianto, ridisegnato da un architetto ecologista, è divenuto un’attrazione turistica. E ancora di meno sarà facile farlo capire agli utenti quando, perdurando l’immobilismo, si vedranno recapitare bollette dalla Tari in crescita esponenziale. Saranno in molti a chiedersi perché quello che è considerato virtuoso al di là delle Alpi, «a ovest di Paperino» costituisca ancora oggi un tabù.