Le conseguenze delle notizie false sull’accoltellamento a Southport
4 Agosto 2024Guarda, c’è Lorenz tra l’oca e Heidegger
4 Agosto 2024Il direttore Rolf C. Hemke presenta la nuova stagione di una rassegna militante
Il 1° settembre in Turingia, Land della Germania centro-orientale, si vota per il governo locale. Dal 22 agosto fino al termine delle elezioni, l’intera regione sarà tappezzata da trecento manifesti di grandi dimensioni, realizzati da tre artisti selezionati tramite open call dal KunstFest di Weimar. Lo scopo è quello di promuovere attraverso un battage strada per strada i valori della democrazia e dell’inclusione, contro quelli propagandati dalla destra estrema, chiamando direttamente in causa il programma elettorale di AfD (nella foto piccola in alto la portavoce Alice Weidel), che proprio in Turingia ha la sua più massiccia base elettorale.
Basterebbe questo a spiegare il grado di militanza e di coinvolgimento politico che caratterizza il più importante festival della Germania orientale. Ma in realtà la storica kermesse fondata nel 1990, e oggi diretta da Rolf C. Hemke (classe 1972; foto in basso), di azioni militanti ne propone decine, in un programma lungo due settimane (21 agosto-8 settembre) che attraverso ogni forma d’arte possibile, dal cabaret alla lirica, dal cinema alla letteratura, dal teatro alla danza alle arti visive, intende chiamare alla riflessione il suo pubblico insistendo su un’unica urgente domanda «Per cosa combattiamo?». «Per la libertà di parola — spiega Hemke —. Per la visione di un’Europa plurale, per una politica che include tutti e tutte, per la protezione dell’ambiente, per una cultura della memoria che ci ricordi ogni giorno cosa è successo qui ai tempi del Terzo Reich». Fin dalle sue origini il festival ha inteso fare i conti con il rapporto complesso e stratificato che la città intrattiene con la storia. A Weimar convivono infatti una decina di siti Patrimonio Unesco e grandi esempi di architettura fascista, i più oscuri fantasmi del nazismo (con il campo di concentramento di Buchenwald a sei chilometri dal centro) e i natali di figure ed esperienze straordinarie come Goethe, Schiller, la Bauhaus.
«Nell’attualità di Weimar ci sono molti riflessi della storia. A noi interessa metterli a fuoco, ragionare attraverso l’arte su come cambierebbe la società se alcune proposte della destra estrema diventassero legge. Lo facciamo per esempio con Bevor we Kippen, progetto ideato da Schorsch Kamerun (sopra), artista musicale tedesco che ogni sera, nella piazza davanti al nostro teatro, offrirà con il suo gruppo uno show di cabaret (trasmesso anche in radio) esaminando il programma di AfD e proponendo poi agli spettatori di votare su alcuni punti, per ragionare assieme su cosa è ancora rilevante per la nostra società civile, e su quali diritti possono invece essere aboliti». Con i suoi circa 150 eventi, e un pubblico numeroso (40 mila presenze del 2023, nonostante le crescenti difficoltà economiche del settore, dovute all’inflazione), il KunstFest si fa specchio così di un Paese che difende i suoi valori democratici. Percepiti in pericolo.
https://www.corriere.it/la-lettura/