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4 Gennaio 2025Il giudizio dei «controllori»: «Todde decaduta». Lei: ricorro e vado avanti. Sardegna, il collegio di garanzia: spese elettorali irregolari
Emanuele Buzzi
MILANO Inizio d’anno nel caos (politico) in Sardegna: chiesta la decadenza della governatrice M5S Alessandra Todde, che però punta al ricorso e «va avanti nel suo lavoro», come dicono fonti vicine alla presidente sarda.
Il fatto è semplice: il collegio regionale di garanzia elettorale contesta la rendicontazione delle spese della campagna della presidente e, presso la Corte d’Appello di Cagliari, ha dichiarato decaduta dalla carica di consigliere regionale Todde. La decadenza implica indirettamente anche la decadenza dalla carica di presidente della Regione, lo scioglimento del Consiglio e l’indizione di nuove elezioni.
La governatrice fa buon viso a cattivo gioco: «La notifica della Corte d’Appello è un atto amministrativo che impugnerò nelle sedi opportune. Ho piena fiducia nella magistratura e non essendo un provvedimento definitivo continuerò serenamente a fare il mio lavoro nell’interesse del popolo sardo», dichiara in una nota appena diventa pubblica la notizia. Da fonti qualificate si assicura che «la presidente è serena» e che «ha già presentato un suo memoriale difensivo». C’è chi sottolinea come l’iter di un eventuale ricorso segua i tempi del tribunale ordinario, con i tre gradi di giudizio.
Il collegio regionale di garanzia elettorale ha controllato i documenti ricevuti sulle spese effettuate da ciascun consigliere: le fatture, i contributi, gli importi ricevuti e spesi per la campagna elettorale. Nel caso di Todde si tratterebbe di una cifra di poco superiore a 90 mila euro. Secondo fonti qualificate, a pesare nella decisione del collegio ci sarebbe stato un errore «materiale», con alcuni documenti inviati più volte e, di conseguenza, con le somme delle rendicontazioni moltiplicate.
La governatrice
«È un atto amministrativo che impugnerò». Ma il centrodestra attacca
La notizia della decadenza ha fatto scattare le reazioni dell’opposizione, che è già sul piede di guerra e punta a nuove elezioni. «Se la presidente Todde ha barato con le spese elettorali è giusto riandare al voto», dice il vicecapogruppo di FdI in Consiglio regionale, Fausto Piga. «Le elezioni si possono vincere o perdere — commenta —, ma le regole vanno sempre rispettate». Il deputato di FI ed ex governatore sardo Ugo Cappellacci è caustico: «Non conosco ancora nel dettaglio la decisione, quindi è presto per formulare giudizi — dice all’Adnkronos —. Sembrerebbero però inadempienze molto gravi nella rendicontazione. Se così fosse, si tratterebbe di dilettanti allo sbaraglio e questa di per sé non sarebbe una novità». «Le regole vanno rispettate, il rispetto per i cittadini sardi viene prima dell’interesse politico della sinistra. Il Consiglio regionale non penso possa opporsi, votando in senso opposto al rispetto delle regole», sostiene il leghista Michele Pais.
La vicenda, però, rischia di avere tempi lunghi e di coprire alcuni malumori all’interno del Movimento per la scelta di stoppare il referendum consultivo sulle rinnovabili. C’è chi domanda: «Ma come? Non eravamo noi quelli della democrazia dal basso? O vale solo quando si vota per l’eliminazione del garante?».