CHRONORAMA
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9 Marzo 2023
Il personaggio
di Stefano Montefiori
L’uomo che balla al funerale della compagna: «Forse abbiamo voglia di gentilezza. Lei adorava la vita»
PARIGI Al telefono risponde una voce un po’ stanca e sorpresa, molto gentile. È quella di Stéphane Voirin, «l’uomo che balla».
Nel video che ha commosso tante persone in Francia e nel mondo lo si vede danzare, da solo, al funerale della sua amata Agnès, la professoressa di spagnolo di 53 anni uccisa in classe da un liceale con problemi psichiatrici. Venerdì scorso ci sono stati i funerali a Biarritz, nei Paesi baschi francesi, e a un certo punto il cinquantenne Stéphane si è messo a ballare da solo, sulle note di Love di Nat King Cole, davanti alla bara di Agnès.
«Una delle più tragiche e meravigliose scene di danza che io abbia mai visto. Attraverso lui vedi ballare anche lei», ha scritto Benjamin Millepied, uno dei più grandi ballerini e coreografi al mondo.
Si immaginava che il suo gesto toccasse così tante persone?
«Non so come sia successo, forse i social media, era una cerimonia intima ed eravamo in pochi, credevo davvero che restasse tra noi».
Che cosa pensa dell’emozione che ha suscitato fra tanti sconosciuti?
«Sono felice che da questo dramma sia uscito qualcosa di bello, una specie di sentimento condiviso. Io e Agnès eravamo innamorati, e molto legati. Come me, ma ancora più di me, Agnès amava la vita, e in suo onore voglio continuare a dire che la vita è bella. Ho letto tante belle parole, sono molto sorpreso. Le persone hanno capito che il mio è stato come un grido del cuore, l’amore di un uomo che ha perduto la donna che amava. È molto semplice, drammatico e semplice».
Come se la spiega questa emozione globale?
«Non so, forse la gente è stanca di un mondo complicato e pieno di brutte notizie, e si lascia attrarre dall’essenziale, l’amore. L’amore per la compagna, i figli, i famigliari… Alla fine è l’unica cosa che conta».
Non è strano ballare a un funerale?
«Forse, ma qui nei Paesi baschi capita di celebrare la persona che viene a mancare in un modo un po’ personale, legato alle sue passioni, lo fanno per esempio anche i surfisti, qui a Biarritz, che si riuniscono nel punto preferito dal loro compagno… Si cerca di commemorare una persona sulla base di una sua particolarità, e io e Agnès condividevamo tante passioni ma al centro c’era comunque la danza, ci siamo conosciuti ballando nel 2010. Tutto è nato così e mi è venuta voglia di salutarla come era cominciato, sulle note di Nat King Cole. Ho avuto voglia di vivere quel momento un po’ alla mia maniera, certo non pensavo proprio che lo avrebbero visto così tante persone, non immaginavo che poi sarebbe stato diffuso su Internet, per me quella era una dimensione intima. Qualcuno che era al funerale si è unito a me, anche persone che non conoscevo. Sono stato felice, per me è stata un’ode all’amore e alla vita, che continua. La vita deve continuare, è un omaggio ad Agnès, che era una persona meravigliosa. Vorrei tanto poterla baciare ancora».
Il suo ballo ha commosso molte persone anche in Italia, il «Corriere della Sera» ne ha scritto in prima pagina.
«Vi ringrazio, mi fa molto piacere. L’Italia è un Paese speciale per me, ho dei cugini a Venezia che vado a trovare molto spesso, persone che contano molto per me e che non ho avuto ancora il coraggio di chiamare per annunciare loro la notizia. Venezia l’ho scoperta da adolescente, ci sono tante città italiane che adoro ma Venezia è forse quella più vicina alla mia sensibilità. Poi… sono un pilota di elicotteri ed era italiano anche il mio bellissimo elicottero, un Agusta».
Come sta vivendo questi giorni?
«Mi fanno compagnia i pensieri gentili di tante persone. Sento che la mia onestà è stata capita, non pensavo certo di mettermi in mostra, mai avrei immaginato di venire guardato anche in Italia e in tanti altri Paesi. Ma sento molto affetto e questo dà una forza incredibile. Non so bene cos’altro aggiungere, è stato soltanto un momento di spontaneità, l’importante è Agnès. Di solito è il conflitto che regna, nella vita. Per una volta è l’amore. Non c’è altro da dire».