Cosa comporta tutto ciò per chi deteneva o ha acquistato azioni MPS in quel periodo? Ricordiamo, a tal proposito, che la banca ha fatto sette aumenti di capitale in 15 anni, una situazione che potrebbe essere oggetto di un trattato di psicologia paradossale. Ad ogni modo la posizione degli ex azionisti di Banca Monte dei Paschi di Siena che hanno subito perdite significative e l’azzeramento dei loro titoli è stata compromessa dai presunti falsi in bilancio della banca, che avrebbero fornito informazioni finanziarie fuorvianti, inducendoli a mantenere o acquistare azioni basandosi su dati non veritieri.
Centinaia di ex azionisti si sono costituiti parte civile citando in giudizio non solo i vertici del management della banca ma anche la Consob che non si è accorta di nulla!
Indipendentemente dall’esito del contenzioso (secondo me saranno tutti assolti e non sarà rimborsato un euro ai risparmiatori traditi, ma se volete sapere il motivo vi invito a leggere ciò che scrivevo nel maggio del 2022 su questo blog), l’apertura di questo nuovo filone giudiziario comporta una vera e propria catastrofe nel bilancio 2024 della banca con un impatto negativo sulla redditività e la patrimonializzazione dell’istituto di credito. In base ai principi contabili internazionali, infatti, ora la banca dovrà appostare a bilancio un fondo rischi per vertenze legali di valore pari al 30% del danno richiesto dai risparmiatori e dovrà registrare anche un aumento delle tasse e precisamente dell’Ires che la banca dovrà versare come imposta al Fisco, dopo che il governo ha di recente sospeso i benefici fiscali sulle perdite pregresse (Deferred tax assets, Dta). Un costo, secondo alcune fonti, di circa 450 milioni di euro.
Sarà quindi sempre più difficile per il governo tentare di cedere la restante quota azionaria di controllo pubblico ancora esercitato dal Mef dopo la ricapitalizzazione e il salvataggio di Stato del 2017 in una azienda pubblica gestita male e che ha già bruciato negli ultimi 15 anni 22 miliardi di euro, di cui 4,8 miliardi dello Stato.
Ed ecco il motivo per cui potrebbero entrare in scena, loro malgrado, altri attori oltre agli ex azionisti: gli obbligazionisti meno garantiti (ossia chi detiene le obbligazioni subordinate) e i titolari di depositi bancari con saldo superiore ai 100 mila euro. Perché, sebbene, come raccontato in Io so e ho le prove – 10 anni dopo (Chiarelettere), non si parli più di bail-in, il salvataggio dall’esterno di una banca è sempre lì, vivo e vegeto, in attesa silenziosa, sperando che nessuno lo svegli.
È proprio in questi momenti, quando il sangue non scorre, che occorre fare in-formazione sui pericoli che corrono correntisti e risparmiatori. Perché poi, quando c’e’ il sangue, è troppo tardi.
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