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L’Enel potrebbe contribuire a salvare il palazzo Bourbon del Monte. L’annuncio è del vicesindaco Franco Capocchi che ha parlato, in una recente iniziativa pubblica organizzata da “E’ l’ora di Piano” di trattative tra il sindaco del Comune di Piancastagnaio, Regione Toscana ed Enel, nella normale contrattazione sui fondi legati all’uso del patrimonio geotermico. «Entro il mese di luglio – ha precisato – dovremmo conoscere l’entità dell’accordo. L’obiettivo sono le risorse necessarie per gli interventi più urgenti, quelli che consentirebbero di mettere in sicurezza e di recuperare le strutture originarie dell’edificio. Sarebbero somme per un intervento immediato, a compensazione della comunità per le attività dell’Enel nel nostro territorio».
L’amministrazione uscente lascia in eredità un progetto autorizzato dalla Sovrintendenza e inserito tra le opere urgenti da parte del Ministero. Sono previsti vari stralci, secondo un progetto curato dall’architetto Luca Pammolli, ma le opere indispensabili (dal sostegno alle fondamenta al tetto, fino alle strutture portanti) sono quelle dei primi quattro, appunto per un importo che i recenti aumenti dell’edilizia fanno lievitare di un 20-30%. Si tratta di interventi importanti per un palazzo seicentesco dalla straordinaria importanza architettonica che ha una storia gloriosa: è legato al feudo marchionale istituito dai Medici e ad una famiglia altrettanto importante (i Bourbon, o Borbone, sono i nomi delle principali monarchie europee), di un ramo legato all’Italia centrale.
La sua architettura si lega al Vignola e a una serie di architetti di scuola romana, ma soprattutto a una mirabile collezione di opere d’arte: fatto non casuale, anche perché il condottiero militare Giovanni Battista (detto Battistone), primo marchese di Piancastagnaio, aveva un rapporto di collaborazione e parentelacon Francesco Maria Bourbon del Monte, collezionista d’arte e uno dei più importanti committenti di Caravaggio, nonché protettore di Galileo Galilei (a sua volta marchese del feudo di Monte Santa Maria). Bisogna considerare, per dare un senso all’importanza dei personaggi, che l’armatura e le armi di Battistone sono conservate al Metropolitan Museum di New York, che il campionario di opere d’arte conservate nel palazzo avevano comprendeva una serie incredibile di capolavori di grandissimi artisti, dal Caravaggio a Rubens. Un contesto che merita un’adeguata progettualità. «Un museo civico è la prima necessità – ha osservato Pierluigi Piccini nel corso dell’iniziativa, da amministratore che ha lavorato da amministratore al recupero del Santa Maria della Scala a Siena – anche se ho un sogno: quello di organizzare una grande mostra con le opere che arricchivano questo palazzo, usato come residenza estiva ma, soprattutto, come rappresentanza, esibizione di potere e ricchezza. Un prestigio da recuperare, pensando a un rilancio di immagine e a uno sviluppo culturale di Piancastagnaio». Intanto, la buona notizia è che ci siano per la prima volta concrete possibilità di individuare risorse per recuperare questo bene che non appartiene solo ai pianesi, ma che rappresenta un pezzo del patrimonio culturale italiano.