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Tra individualismo e «dirittismo» i giovani dimenticano il lavoro giusto
Sarà un caso, ma il primo spot sul web, cercando il concerto della Festa del Lavoro, è un ragazzo che spiega come guadagnare 3.000 euro al mese semplicemente giocando in Borsa, per due ore al giorno, dal pc, e «partendo da zero». Ora, se gli spazi pubblicitari vengono scelti in base al target da centrare, in questo caso gli spettatori del Concertone, viene da pensare a un sogno esibito a milioni di under 30: 3.000 euro lavorando due ore. Mentre una buona parte dei ragazzi italiani è precaria, a termine o semplicemente in nero, per 500 euro al mese. Li vedi, quelli che mangiano un panino in piedi nei bar, affannati perché la pausa è breve e a sera si stacca solo se quel lavoro è finito, altrimenti prendono un altro al posto tuo. Ti sembrano loro i nuovi proletari, nelle grandi città dove le tute blu sono da un pezzo scomparse. Ti aspetteresti di sentirne la voce, al Concerto del Primo maggio.
E sì, è commosso il ricordo dedicato da Ambra Angiolini a Lorenzo Parelli, lo studente morto durante uno stage scuola lavoro. E la giornata è dedicata all’articolo 1 della Costituzione, “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”.
Ma poi cominciano a cantare, e il primo maggio scompare.
Chi ascolta non vede una grande differenza fra San Giovanni e Sanremo, eccezion fatta per la pioggia. Sì, questi cinquanta sono per la maggioranza giovani, a parte alcune vecchie guardie, e si esibiscono accanto a una grande scritta: # Il diritto che vorresti”. Domanda: quale diritto che vorreste in più, nella Costituzione? E Ambra Angiolini ce la mette tutta per dare un filo a una manifestazione organizzata, in fondo, da Cgil, Cisl e Uil: parla di donne, di parità sul lavoro. Ma la trama che scorre sembra appunto quella di una terza giornata di Sanremo. Ad alcuni “grandi vecchi” e a qualche nome noto che approfitta per lanciare il suo ultimo disco si alternano ventenni in mise rigorosamente trasgressiva, trucco aggressivo, a volte gender non definibile. Trasgressivi sì, ma trasgressivi di che? viene da chiedersi, non è già stato trasgredito tutto? E, quel diritto in più che si vorrebbe? «Diritto alla genitorialità in qualsiasi forma», dicono. Quindi maschi con maschi, femmine con femmine, ad ogni costo.
Sono le parole “corrette”: applausi, sotto la pioggia. Eppure è il concerto per la Festa del lavoro, e pensi a quante coppie vorrebbero un figlio e non lo hanno perché il contratto scade, o magari è “a chiamata” – ovvero, lavori solo se ti chiamano. Viene da domandarsi quanto questa generazione sia consapevole di un diritto vero, di cui è stata privata: semplicemente a un lavoro non a termine, che permetta di fare progetti, di avere un bambino. Sarebbe trasgressivo davvero se sul palco salissero due ragazzi che raccontano questa comune storia.
Oppure una giovane emigrata che deve scegliere fra un posto mal pagato e il figlio che, da due mesi, aspetta. La realtà però non è “appealing”, non è attraente. A San Giovanni si parla d’altro.
Pensa se invece quelle schiere di giovani precari scendessero in piazza per un lavoro vero. Come i metalmeccanici di quarant’anni fa, orgogliose di quella tuta uguale e senza alcuna griffe, fieri nel rivendicare uno stipendio dignitoso, una casa, una pensione, da vecchi. I loro nipoti non combattono per queste cose, troppo distratti dalle parole “giuste”. Forse smarriti, senza maestri, senza alcuna certezza, e con un mondo attorno che gli trema sotto ai piedi. Trasgressori immaginari: il giorno dopo, nella realtà, a cercare un altro contratto a termine. Oppure,
sognatori: due ore sul pc e 3.000 euro al mese, però, che sia vero? Figli, figli nostri cui abbiamo dato “tutto” ma non qualcosa di fondamentale – se per la prima volta, stando ai numeri della demografia, l’Italia sembra non avere voglia di continuare.
Cantano a San Giovanni, piove sulle giovani facce. Il Concertone non era un tempo una “cosa di sinistra?” Sinistra, quale? Che abbia ragione Elly Schlein, a dare la sua prima intervista a Vogue e a parlare di armocromia?
Si sono indignati in tanti: la leader del Pd che parla al media dell’effimero per eccellenza.
Tuttavia, che abbia ragione? La sinistra che reclamava i diritti veri non c’è più. Resta un mix vago tra ideologia gender, misurata ecologia, salutismo. Individualismo: farcela da soli.
Sfondare: “spaccare”, come dicono.
Nella inflazione di presunti “diritti” in realtà nostri figli non sanno se lavoreranno fra un anno. Non scendono in piazza, non ci credono.
«Di che stagione sei, di che colore sei?» si chiederanno ora: armocromia. Il Pd, singolarmente, è premiato a Milano nella ricca Cerchia dei Navigli e non nelle periferie dei monolocali a mille euro al mese. Cantano a San Giovanni i giovani sotto la storica egida, Cgil Cisl e Uil, ma ti pare che ci siamo dimenticati in tanti, e forse anche noi, qualcosa.