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Durante l’assemblea della Cei il confronto con il cardinale sul mancato arrivo al convegno di vescovi e sindaci
diErnesto FerraraUno scontro durissimo, sotto gli occhi impietriti della platea dei vescovi italiani. Papa Francesco che spiega che fu certo il dolore al ginocchio ma soprattutto la presenza di figure legate al mondo delle armi come l’ex ministro Marco Minniti presidente della fondazione Medor, legata all’azienda della difesa Leonardo, e protagonista degli accordi in Libia – a spingerlo a non venire al convegno del Mediterraneo, organizzato dalla Conferenza episcopale italiana a Firenze a febbraio scorso. L’arcivescovo Giuseppe Betori a controbattere, replicare, a spiegare che Minniti non era invitato al convegno dei vescovi ma a quello contemporaneo dei sindaci, organizzato da Dario Nardella: «Padre Santo, l’hanno informata male ». Ma Bergoglio non ci crede. Anzi insiste, rilancia. Quasi lo sfida: « No no. Tu puoi dire quello che vuoi maio ho visto che c’era. E mi hanno anche fatto vedere quando erano al ministero quali leggi hanno fatto, e ho visto anche i campi di concentramento in Libia dove tenevano questa gente che loro hanno respinto».
Un clamoroso squarcio del clima di altissima tensione ancora vivo intorno al convegno Cei di febbraio emerge dalle pagine del blog esperto di cose vaticane Silere non possum.
È un resoconto della riunione nell’Aula Paolo VI, il 23 maggio, tra i vescovi italiani e Francesco in occasione dell’apertura dell’Assemblea plenaria della Cei che ha poi eletto presidente il cardinale Matteo Zuppi, vicinissimo a Bergoglio. Fonti ecclesiastiche vicine alla Cei presenti all’evento confermano aRepubblica che il contrasto in quella sede tra il Papa e Betori è stato aspro e plateale. Perchè Francesco non venne a celebrare l’Angelus in Santa Croce, dove lo aspettavano un migliaio di fedeli? Cosa lo trattenne davvero, anche solo dal fare un saluto in tv a Firenze o dal mandare al suo posto il segretario di Stato vaticano Parolin?
Il sospetto che ci fosse altro oltre al ginocchio era circolato fin dalle prime ore. La rivolta anti Minniti unì del resto ambienti di sinistra e cattolici di peso come Padre Bernardo Gianni, legatissimo proprio a Bergoglio. Il battibecco che emerge ora tra il Papa e Betori, rimasto quasi segreto per giorni, offre una conferma di quello scenario, svelando la frattura che si è aperta tra una parte dei vescovi italiani e il Papa e finendo per scuotere, con la guerra ucraina in corso. anche la politica.
È Derio Olivero, vescovo di Pinerolo, a domandare al Papa i motivi della sua assenza a Firenze. Bergoglio spiega che gli era stato consigliato dal medico di rinunciare al viaggio per il ginocchio, ma poi aggiunge – riporta Silere – che gli è stato fatto presente che all’incontro era presente Minniti e pertanto – dice – « era meglio che il Papa non partecipasse». È a quel punto che comincia l’alterco: Betori spiega come Minniti fosse invitato al convegno dei sindaci e non c’entrasse con l’evento dei vescovi, il Papa che insiste: « A me hanno detto che c’erano questi signori e ho visto i video di questi invitati, c’era anche Minniti » . Betori rintuzza, ma Bergoglio non molla, spiegando di aver visto i video dei campi libici. Fra i vescovi cala il gelo. Ma una settimana dopo il caso esplode. Nessuna smentita dal Vaticano e nemmeno dallo staff di Betori, da dove si fa sapere che « il dialogo fra i vescovi e il Papa è segreto ed è intenzione dell’arcivescovo rispettarlo». In queste ore gli esperti di fibrillazioni cattoliche si domandano se la notizia dello scontro col Papa finisca per rendere più o meno probabile una proroga di Betori, il cui mandato è già scaduto. Il sindaco Nardella, interpellato, ha preferito non commentare la vicenda.