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25 Gennaio 2024Il Papa: l’uomo non sia cibo per gli algoritmi. Nuove regole sull’Intelligenza Artificiale
L’alterazione della realtà con false immagini, la disinformazione che accompagna le guerre, il rischio di nuove caste basate sul dominio dei media: ecco alcuni dei pericoli denunciati da Francesco nella sua riflessione
Papa Francesco auspica «modelli di regolamentazione etica per arginare i risvolti dannosi e discriminatori, socialmente ingiusti, dei sistemi di intelligenza artificiale » (IA) e contrastarne l’utilizzo « nella riduzione del pluralismo, nella polarizzazione dell’opinione pubblica o nella costruzione di un pensiero unico». E rilancia la necessità di «adottare un Trattato internazionale vincolante, che regoli lo sviluppo e l’uso dell’IA nelle sue molteplici forme». Lo fa nel Messaggio per la 58ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali che quest’anno si celebrerà in molti Paesi il 12 maggio sul tema “IA e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana”. Il documento è stato reso noto, come di consueto, nel giorno in cui la Chiesa celebra la memoria liturgica di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e della stampa cattolica, che cadeva ieri.
Nel Messaggio Francesco cita il problema del “deep fake”. « È capitato anche a me – scrive – di esserne oggetto». Infatti diverse sono state infatti le immagini costruite su di lui, e circolate in Rete, mentre indossa un piumino o guida una moto, per fare un paio di esempi. L’IA, della quale il Papa non nega le opportunità, può dunque diventare strumento di «inquinamento cognitivo» di «alterazione della realtà tramite narrazioni parzialmente o totalmente false eppure credute, e condivise, come se fossero vere». Basti pensare «al problema della disinformazione che stiamo affrontando da anni nella fattispecie delle fake news e che oggi si avvale del deep fake, cioè della creazione e diffusione di immagini che sembrano perfettamente verosimili ma sono false (è capitato
anche a me di esserne oggetto), o di messaggi audio che usano la voce di una persona dicendo cose che la stessa non ha mai detto». La simulazione che è alla base di questi programmi – osserva Francesco – «può essere utile in alcuni campi specifici, ma diventa perversa là dove distorce il rapporto con gli altri e la realtà».
Per il Pontefice, «l’informazione non può essere separata dalla relazione esistenziale», perché «implica il corpo, lo stare nella realtà » e poi « chiede di mettere in relazione non solo dati, ma esperienze» e infine «esige il volto, lo sguardo, la compassione oltre che la condivisione». Il Papa pensa «al racconto delle guerre e a quella “guerra parallela” che si fa tramite campagne di disinformazione». Pensa «a quanti reporter sono feriti o muoiono sul campo per permetterci di vedere quello che i loro occhi hanno visto». Perché «solo toccando con mano la sofferenza dei bambini, delle donne e degli uomini, si può comprendere l’assurdità delle guerre». Quindi «l’uso dell’IA potrà contribuire positivamente nel campo della comunicazione, se non annullerà il ruolo del giornalismo sul campo, ma al contrario lo affiancherà; se valorizzerà le professionalità della comunicazione, responsabilizzando ogni comunicatore; se restituirà ad ogni essere umano il ruolo di soggetto, con capacità critica, della comunicazione stessa». Il Pontefice infine pone alcune domande sull’uso dell’IA. A cominciare da quella di come «tutelare la professionalità e la dignità dei lavoratori nel campo della comunicazione e dell’informazione, insieme a quella degli utenti in tutto il mondo». E poi quella di come «evitare che le fonti si riducano a una sola, a un pensiero unico elaborato algoritmicamente ». E di come invece « promuovere un ambiente adatto a preservare il pluralismo e a rappresentare la complessità della realtà». Per Francesco, dalle risposte a questo e ad altri interrogativi «capiremo se l’intelligenza artificiale finirà per costruire nuove caste basate sul dominio informativo, generando nuove forme di sfruttamento e di diseguaglianza», o se invece « porterà più eguaglianza, promuovendo una corretta informazione e una maggiore consapevolezza del passaggio di epoca che stiamo attraversando, favorendo l’ascolto dei
Il testo del Messaggio
su www.avvenire.it/papa/pagine/messaggio-giornatacomunicazioni- sociali-2024-intelligenza-artificiale
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molteplici bisogni delle persone e dei popoli, in un sistema di informazione articolato e pluralista». Infatti, da una parte «si profila lo spettro di una nuova schiavitù», dall’altra «una conquista di libertà». Da una parte «la possibilità che pochi condizionino il pensiero di tutti», dall’altra «quella che tutti partecipino all’elaborazione del pensiero». Il Pontefice comunque ribadisce che alla fine è l’uomo a decidere come usare e sviluppare l’intelligenza artificiale. « La risposta – afferma – non è scritta, dipende da noi». Infatti «spetta all’uomo decidere se diventare cibo per gli algoritmi oppure nutrire di libertà il proprio cuore, senza il quale non si cresce nella sapienza».