Il segretario regionale dem: “ Sapevamo che sarebbe stata una lunga traversata. Siamo qui da 72 giorni e montati su treni in corsa”
di Ernesto Ferrara
Subito un «cantiere» del centrosinistra toscano dove saranno invitati tutti, tanto i moderati alla Renzi-Calenda tanto i 5 Stelle, +Europa, i mondi civici, le sinistre di governo. Entro una settimana la nuova segreteria regionale del Pd, un team « dei migliori» e «plurale», aperto a 3-4 nomibonacciniani e con dentro a sorpresa il super negoziatore Stefano Bruzzesi. Ma soprattutto “ keep calm”, bando al disfattismo: « Sono tempi duri ma non ci lasciamo demoralizzare » , avverte Emiliano Fossi, « abbiamo perso sì, e ci metto la faccia, se volevo la vita semplice restavo a fare il parlamentare. Ma niente diatribe interne, non è un congresso continuo, ho letto i commenti di Parrini ma non mi interessa commentare. Sapevamo che sarebbe stata una lunga traversata nel deserto, noi siamo qui da 72 giorni, siamo montati su treni in corsa, a condizioni già date. La linea programmatica non cambia: mobilità, sanità, sociale. Dobbiamo parlare ai toscani, proseguire nel cambiamento, far capire che abbiamo imparato la lezione». Mastica amaro ma dissimula, il segretario regionale del nuovo Pd marca Schlein. Camicia bianca e sneakers, Fossi si presenta in via Forlanini per l’analisi del disastro dei ballottaggi persi 5 a 1 e 3 a 0 nei capoluoghi Siena- Pisa- Massa. Il tema alleanze lo assilla, la perdita di spinta propulsiva del Pd di più: «Ho in mente un cantiere regionale aperto a tutti, una corniceper costruire alleanze competitive: non punto la pistola alla tempia a nessuno ma mi appello a tutti, moderati, civici, sinistre, 5 Stelle » . È la sconfitta per mano della sinistra- sinistra nella sua Campi Bisenzio a bruciare più forte, lui si prende mezza colpa: «Io non sono stato incisivo, mi prendo le mie responsabilità. Se è dipeso dal commissariamento del Comune? Può aver inciso. Un voto contro di me? Non sono così egocentrico da pensare che tutto sia riferito a me. L’aeroporto non c’entra, io ho vinto due volte da contrario. Comunque se il centrosinistra fosse stato unito avremmo vinto al primo turno. Invece pesano ancora divisioni personali. E le destre hanno votato Tagliaferri, mi hanno fatto vedere il suo abbraccio col candidato Fdi » nota il capo del Pd toscano. Dice Fossi che rifarebbe pure quel cartello che tanti sfottò gli sta costando, quel “ basta perdere” sfoggiato al congresso: «Certo che lo rifarei, confermo che di perdere mi sono rotto le scatole. Sul cartello ho messaggiato anche col direttore del Riformista( Renzi,ndr). L’ho sentito solidale… » sorride Fossi. E però sia dentro che fuori dal Pd fioccano tensioni, veti incrociati e grane, come quella delle primarie fiorentine. L’ala riformista dem morde, chiede di « non radicalizzare » il Pd per non perdere i moderati. E mette sotto processo l’asse coi 5 Stelle: «Le città non sono laboratori per esperimenti nazionali. Prendiamo qualche voto dai 5 Stelle ma perdiamo il voto mobile » interviene Antonio Mazzeo e pure Brenda Barnini è in linea. «Nessuno vuole diatribe ma mi auguro Fossi faccia aperture vere non di facciata » incalza il senatore Dario Parrini. « Superiamo le divisioni interne e usciamo dai palazzi con proposte forti » chiede il sindaco Dario Nardella ma proprio a Firenze il caos è pronto a esplodere, con l’ex assessora Cecilia Del Re e l’ex parlamentare Rosa Maria Di Giorgi pronte alla raccolta firme tra gli iscritti Pd per le primarie («Ne parleremo» dice Fossi). La scoppola di Campi secondo l’ala riformista peraltro penalizza anche il nome della schleiniana Monia Monni come possibile candidata sindaca. Non che la nardelliana Sara Funaro possa ritenersi blindata: l’area Schlein potrebbe trattare su un civico con Renzi. «La sconfitta viene da lontano, il Pd deve cambiare del tutto » chiede l’ex governatore Vannino Chiti. Da Siena arriva la notizia che il segretario cittadino Massimo Roncucci si dimette. I 5 Stelle frenano su accordi e tavoli: « Al momento non c’è nessuna riflessione strutturata col Pd perchè in Toscana dato il forte legame con Italia Viva e con Base riformista che hanno i programmi sono radicalmente diversi dai nostri » dice la capogruppo regionale Irene Galletti alTgr. E pure Italia Viva non ci sta: « Se si pensa al campo largo mi pare un’ipotesi condannata dalla storia ormai » ritiene Nicola Danti. « Schlein torni a parlare con Renzi e Calenda » chiede il Psi Riccardo Nencini.