Mentre la maggioranza Ursula mostra delle crepe, è il gruppo S&D che misura la propria irrilevanza. Il gruppo è “totalmente contrario” alla “esternalizzazione” della politica di asilo “in Paesi terzi” e “contro la strategia del Ppe”. Dunque, “ci preoccupa che la presidente Ursula von der Leyen” intenda “generalizzare” questo tipo di misure. “Vogliamo che sia ben chiaro: non conti su di noi”: così ieri la capogruppo Iratxe Garcìa Perez. Anche se non arriva alle conseguenze finali, la possibilità che i Socialisti possano votare contro la Commissione. Che comunque adombra: “È una decisione che dobbiamo prendere nel gruppo, nel momento opportuno e alla luce dei risultati delle audizioni”.
Le dichiarazioni della Perez arrivano dopo l’endorsement di Ursula al “modello Albania”, ma soprattutto dopo il voto dell’Eurocamera lunedì, che ha detto no alla discussione su Tirana nell’aula di Strasburgo. Con un pasticcio vero e proprio da parte dei Socialisti, con il Pd che ha seguito a ruota. S&D ha detto sì alla proposta dei Verdi (nata su impulso di Ignazio Marino) che chiedeva di aggiungere alla plenaria il dibattito “Verdetto del tribunale italiano legato all’accordo tra Italia e Albania, in materia di migrazioni”. L’Eurocamera ha respinto con 164 voti favorevoli, 319 contrari e 1 astenuto. Contro si sono pronunciati il Ppe, i conservatori di Ecr, i Patrioti e il gruppo dei sovranisti di Esn. Non è passata neanche la mozione dei Liberali, anche questa con il voto negativo di Ppe, Ecr, patrioti e sovranisti.
I Socialisti sono andati in confusione. Dalla presidente della Commissione Libe, la tedesca Sippel, è arrivata l’indicazione ad astenersi. Se il Ppe avesse detto sì (visto che è in maggioranza con Renew e non con i Verdi) significava affossare il dibattito. “Motivazione procedurale”, secondo quanto raccontano fonti dem: era contraria al fatto che si parlasse nello stesso dibattito di una questione italiana e dei migranti in generale. Mentre il capogruppo del Pd, Nicola Zingaretti, ne fa una questione politica: “Ci siamo astenuti perché nella richiesta dei liberali si parlava di ‘implementazione del patto dei migranti’, un patto che noi non condividiamo”. Dire no “sarebbe stato un caso politico”. Di certo, non si è neanche arrivati a una negoziazione preventiva. Il Ppe non si è fatto problemi: date anche le pressioni che arrivavano dall’Italia ha votato contro. Mentre il Pd si divideva: Brando Benifei, Dario Nardella e Alessandro Zan hanno detto sì alla richiesta dei liberali, Cecilia Strada e Marco Tarquinio, no. Sullo sfondo, la convinzione di molti che sia andata meglio così: il dibattito avrebbe potuto mostrare che sull’Albania, Strasburgo sta con la Meloni.