Intanto l’ateneo prende le distanze: “ Non c’entra il polo universitario penitenziario”
di Elisabetta Berti Alessandro Di Maria
L’invito del direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt all’ex terrorista nero Egidio Giuliani ha scatenato le reazioni del Pd: « dia spiegazioni », «chieda scusa», «si è superato il limite», «deve dimettersi» sono solo alcuni dei commenti. «Non so se abbia già cominciato ad avvicinarsi alla campagna elettorale — dice il deputato e segretario regionale del partito Emiliano Fossi — se fosse così, il suo primo passo sarebbe un brutto scivolone. Fra le decine di professori e studiosi che possono raccontare Caravaggio, è stato scelto un ex terrorista nero. Su questa vicenda presenterò un’interrogazione al governo. Gli Uffizisono un patrimonio del Paese». Duro è anche l’altro parlamentare Federico Gianassi: « Il direttore Eike Schmidt, che sembra ambire alla candidatura per la destra a Firenze e che non perde da settimane occasione per rilasciare interviste contro la città e l’amministrazione, da venerdì tace ed è irreperibile ( è in Cina, ndr) quando invece dovrebbe dare delle spiegazioni. Si è davvero superato il limite. È davvero inaccettabile » . Anche l’assessora, e possibile candidata del centrosinistra a Firenze, Sara Funaro è molto critica: « È gravissimo che la destra corteggi un direttore di un museo che invita un ex terrorista nero dei Nar a fare una lezione di arte. Trovo inaccettabile che un’istituzione come le Gallerie degli Uffizi invitino un personaggio con unastoria personale come la sua. Firenze è da sempre contro il terrorismo e i terroristi, piaga globale che ha ferito anche la nostra città con l’uccisione del sindaco Lando Conti » . L’assessore Andrea Giorgio rincara la dose: « Se non sapeva chi fosse Egidio Giuliani è grave, forse è distratto dalla politica e dovrebbe dimettersi. Se lo sapeva è peggio. È indegno che il direttore presti questa grande istituzione cittadina a personaggi del genere. Schmidtchieda scusa subito » . Sugli scudi pure la consigliera regionale e presidente della commissione Cultura Cristina Giachi: «Un eccesso di sensazionalismo ed egocentrismo induce a errori, anche molto gravi, come invitare a parlare di Caravaggio un ex Nar agli Uffizi. Bene che l’evento sia stato annullato, avrebbe messo in imbarazzo persino la destra che corteggia Schmidt come candidato sindaco della città. Firenze, i suoi cittadini e le sue istituzioni culturali non meritano insulti alla memoria delle vittime delterrorismo e della criminalità».
Intanto dall’Università di Firenze fanno sapere che « l’iniziativa a cui si fa riferimento non è in alcun modo riconducibile alle attività del polo universitario penitenziario, che persegue unicamente lo scopo di garantire a soggetti in esecuzione penale l’effettivo diritto allo studio universitario » . Mentre è diviso il mondo della cultura. Antonio Natali, ex direttore degli Uffizi, trova l’iniziativa “ interessante” e definisce meritorio « dare ai detenuti la possibilità di un rapporto diretto col pubblico, con tutte le cautele del caso». Sulla stessa linea anche Carlo Sisi, presidente dell’Accademia di belle arti, in passato impegnato come volontario nelle attività di riabilitazione dei detenutiattraverso lezioni di storia dell’arte in carcere. «Trovo nobile che ci sia un riscatto attraverso la cultura, e che questo avvenga in una città come Firenze è significativo » . Quanto al fatto che, nello specifico, si tratti di un omicida ed ex terrorista a cui viene offerto uno spazio prestigioso, secondo Sisi «non si tratta né di celebrare o spettacolarizzare, bensì consentire di elevarsi per mezzo dell’arte». Di tutt’altro avviso è Tomaso Montanari. Il rettore dell’Università per stranieri di Siena, anche membro del comitato scientifico degli Uffizi, non lesina critiche all’operato di Schmidt e anche stavolta non usa mezzi termini. «Una vicenda simile fa un torto serio agli sforzi di recupero dei detenuti. Non è questo il modo. Gli Uffizi sono un palcoscenico mondiale che non viene concesso a tutti i neolaureati, per quanto brillanti. Ed è ancora più grave se a invitarlo è un direttore in procinto di candidarsi per un partito di matrice fascista».