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13 Luglio 2022Il premier Draghi apre al M5S, palla a Conte che deve convincere i senatori anti-Draghi
L’editoriale del direttore Nicola Perrone
ROMA – Basterà o non basterà l’apertura del premier Mario Draghi alle richieste avanzate dal M5S? Domani è il giorno della verità, si saprà come voteranno i senatori ‘grillini’ quando giovedì il Senato dovrà approvare la fiducia e il via libera al Decreto Aiuti già approvato dalla camera. Draghi ha parlato con i giornalisti dopo il ‘faccia a faccia’ con i segretari dei sindacati Cgil, Cisl e Uil, per illustrare le decisioni del Governo in tema di aiuti ai cittadini in difficoltà per l’aumento dell’inflazione e con stipendi che ormai non bastano ad arrivare a fine mese. Cisl e Uil si sono mostrati più aperti al confronto mentre Landini, capo della Cgil, pur riconoscendo a Draghi di essersi mostrato più attento, ha liquidato il confronto di oggi con una battuta: “A chi mi chiede cosa hai portato a casa oggi? Rispondo: un altro confronto”.
Per dire che si aspetta di vedere in concreto le proposte che Draghi ha promesso di illustrare alle parti sociali prima della fine di luglio. Ci saranno molte risorse a disposizione da subito perché c’è una situazione di emergenza che va affrontata subito, ha detto Draghi, mentre con la manovra di bilancio ci saranno misure più strutturali. Sempre Draghi ha sottolineato più volte che tra i temi discussi oggi con i sindacati ce ne sono molti in comune con quelli chiesti da Giuseppe Conte a nome del M5S.
La partita adesso è tutta politica, perché il premier ha detto chiaro e tondo che non ci sarà un altro governo Draghi se il M5S decidesse di uscire dalla maggioranza. Non solo, Draghi si è mostrato infastidito da quanti, adesso pure il leader della Lega Matteo Salvini, ogni giorno annunciano ‘sfracelli e ultimatum’. In questo modo, ha sottolineato il premier, il Governo smette di governare e quindi ‘perde il suo senso di esistere’. Parola ai ‘grillini’.
Domattina Conte riunirà il Comitato nazionale e lì si deciderà la linea politica da tenere giovedì in Senato. In serata poi si riunirà il gruppo al Senato che la linea decisa in mattinata dovrà poi tradurre in voto. Un confronto che si annuncia già difficile, duro, che alla fine potrà vedere anche un gruppo di senatori decidere di non seguire la linea decisa dal vertice. Conte ha diffuso una sua nota per precisare che non ci sarà nessuna presa di posizione prima della riunione del Comitato nazionale e se qualcuno parlerà lo farà a titolo personale. Questo per sgonfiare prima quanti parlando con i giornalisti con la promessa di non essere citati per nome annunceranno fuoco e fiamme.
Anche per il Pd la giornata di domani è importante. Da sempre il segretario Enrico Letta spinge per l’alleanza col M5S in vista delle prossime politiche. Chiaro che se Conte non riuscirà a tenere a bada la componente ‘barricadera’, anche per lui sarà difficile mantenere la pax interna tra le diverse aree politiche. Così Letta ha chiesto un incontro al premier Draghi per portare buone notizie dal M5S? “Con Letta- ha poi detto ai giornalisti il premier- abbiamo parlato della situazione politica ma non mi ha dato buone o cattive notizie su M5S”. Da parte loro l capigruppo Dem hanno convocato una riunione congiunta tra senatori e deputati, proprio per valutare quanto deciderà il M5S. Caustico il commento di Carlo Calenda, leader di Azione: “Draghi è stato conciliante e autorevole. Ha aperto dove si poteva ed è rimasto fermo sul punto fondamentale: il dovere di essere seri e responsabili con i soldi dei cittadini. Adesso ognuno faccia ciò che vuole. Ma piantatela con gli ultimatum”.