Occorrerà prima o poi dare un riconoscimento alla Fondazione Socialismo guidata da Gennaro Acquaviva per il prezioso lavoro editoriale dedicato agli “Anni di Craxi”, che consente a chiunque voglia studiare il periodo immediatamente precedente alla caduta della Prima Repubblica di documentarsi con materiali e testimonianze originali e inediti sui principali eventi di quegli anni. S’inquadra in quest’ambito l’ultimo volume della serie, pubblicato da Marsilio nella collana “Ricerche” e dedicato a Luigi Covatta (“Una vita per la politica”). Ma anche, più in generale, alla generazione che, come Craxi, ebbe un ruolo importante nei “parlamentini” universitari pre-‘68, che rappresentarono trampolini di lancio per l’ingresso nel Parlamento vero e nella politica adulta.

Da questo punto di vista la biografia di Covatta, cattolico, democristiano, poi entrato nel Psi a cavallo della svolta craxiana, è emblematica perchè per due volte si troverà a incrociare il populismo, nel senso dell’aperta contestazione delle istituzioni. La prima, appunto, riguarda il Movimento del ‘68, che sostituirà rapidamente la politica “tradizionale”, basata sul confronto e sulla ricerca del compromesso, con l’assemblearismo, il rifiuto totale del “sistema” e purtroppo, spesso, il ricorso alla violenza che sarà l’anticamera del terrorismo.

La seconda è il momento della caduta della Prima Repubblica, travolta, oltre che dall’ondata giudiziaria, anche dai referendum di Segni del 1991 e ‘93 e dall’avvento del sistema maggioritario che favorisce il crollo dei partiti. Anche in questo caso, nella trattativa con Segni, Covatta s’imbatte, meglio sarebbe dire soccombe alla distinzione tra “vecchio” e “nuovo” che muove la fase preparatoria della Seconda Repubblica. E che sfocerà, con un’eterogenesi dei fini dei molti allineati per costruire la nuova classe dirigente, nel trionfo di Berlusconi. Il saggio contiene anche qualche aneddoto gustoso. Come quando il giovane Covatta, ancora Dc, va a bussar cassa dal segretario democristiano Rumor per finanziare la competizione con i giovani comunisti. Rumor apre un cassetto, prende alcune mazzette di banconote legate con l’elastico e lo accontenta. «Un episodio che si può raccontare solo perché in prescrizione», commenta il protagonista del libro.

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