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Magi (+Europa): strumento vivo, dimostriamolo
M. Cre.
ROMA Lo ius soli torna sulla scena. E potrebbe farlo con tutta la forza di un referendum. Il diritto di cittadinanza sarà infatti al centro di un quesito che +Europa intende presentare nei prossimi giorni, coinvolgendo altre forze politiche e associative, sulla piattaforma nazionale per i referendum e le iniziative popolari entrata in funzione la scorsa settimana. Un sito acceso presso il ministero della Giustizia che potrebbe cambiare, almeno in parte, la fisionomia alla politica italiana.
Riccardo Magi, il segretario di +Europa è la persona che nel luglio 2021 presentò l’emendamento che ha aperto la strada alla raccolta di firme digitale e al tempo stesso il promotore del quesito sullo ius soli, che sarebbe parzialmente abrogativo della legge in vigore con il risultato di legare l’acquisizione della cittadinanza anche alla nascita sul territorio italiano: «Ci stiamo lavorando proprio in queste ore e io credo possa essere una svolta. Credo che ci potrà essere un lavoro comune con il Terzo settore laico e anche cattolico. E credo che anche la parte migliore delle forze progressiste possa fare un po’ di autocritica e mettersi al lavoro su questo tema». Un riferimento al naufragio del ddl sulla cittadinanza avvenuto per assenza del numero legale nel dicembre 2017. Ma, appunto, Magi è convinto che il tema possa tornare in scena anche perché il «prossimo anno ci sarà certamente una stagione referendaria: l’autonomia, forse il quesito contro il Jobs act della Cgil. Io spero che si renda l’appuntamento politicamente ricco e si dimostri che il referendum non è uno strumento tramontato».
Qualunque cittadino dotato di Spid può ora presentare sulla piattaforma un quesito referendario o una legge di iniziativa popolare, strumento però particolarmente negletto: dal 1979 al 2019 sono state presentate più di 280 proposte, di cui solo 4 sono diventate legge mentre oltre 160 non sono state nemmeno discusse. «Invece il referendum — ricorda Magi — non affida tutto al Parlamento ma chiama direttamente in causa i cittadini». Al momento sulla piattaforma sono state presentati 16 tra quesiti referendari e leggi di iniziativa popolare. Il più noto è quello contro l’Autonomia differenziata presentato da Pd, M5S, Verdi, +Europa, Italia viva e altre sigle del centrosinistra.