Dopo la sospensione il generale diventa “capo di stato maggiore” a Roma Il ministro: “Non è promosso”. Resta aperto il procedimento disciplinare
ROMA — Era rimasto “a disposizione”, praticamente senza lavoro, alle dipendenze del comandante dell’area operativa di Firenze. Così l’Esercito gli dà un nuovo ruolo “di staff” a Roma: la decisione fa fibrillare la maggioranza e scatena l’opposizione. Lui, il generale Roberto Vannacci, gongola e accoglie con soddisfazione “il prestigioso incarico”. Pregustando una candidatura alle Europee nelle liste della Lega: «Non mi precludo nulla per il futuro», dice nel giorno in cui Salvini raduna i leader europei dell’ultradestra proprio nel capoluogo toscano.
È tornato sulla scena, l’alto ufficiale che ad agosto mandò su tutte le furie il ministro della Difesa Guido Crosetto, costretto a bollare come «farneticazioni» i giudizi poco lusinghieri espressi nel suo libro su gay, femministe, ambientalisti e migranti. Vannacci fu destitutito dalla guida dell’Istituto geografico militare e sul suo conto è stata aperta un’indagine disciplinare. Dopo tre mesi di sostanziale inattività, il generale ha ottenuto dai vertici dell’Esercito l’incarico di Capo di stato maggiore del Comando delle forze terrestri. Una decisione a sorpresa, commentata subito con compiacimento da Matteo Salvini: «Complimenti e buon lavoro a un leale e coraggioso servitore dell’Italia e degli italiani».«Vannacci è stato promosso, ilmondo di Meloni va proprio al contrario », sibila il presidente dei 5Stelle Giuseppe Conte, parafrasando il titolo del libro dell’ufficiale e sulla scia delle critiche dello stesso tenore indirizzate al governo anche da Pd, +Europa, Azione, Italia Viva, la sinistra di Avs. Una bufera che spinge Crosetto a consigliare ai colleghi della minoranza di «non farsi prendere dal livore ». E a precisare più volte, nel corso della giornata, che «Vannacci non è stato promosso». Il ministrofa notare che il generale non avrà «né funzioni di comando» né «visibilità e proiezione esterna». A Crosetto tocca mettere nero su bianco che il militare con il pallino della scrittura (e con tesi quantomeno discutibili) avrà due superiori: il comandante delle Forze terrestri Salvatore Camporeale e il vice comandante Angelo Michele Ristuccia. Insomma, all’interno del Comfoter — come è chiamato nel gergo militare il comando responsabile dell’attività di approntamento e addestramento dei soldati da impiegare nelle varie operazioni — Vannacci si limiterà a un incarico di staff. Da oggi farà affiancamento.
Ma non manca imbarazzo, nella maggioranza, per un incarico che comunque non rappresenta un buon segnale sia all’esterno che all’interno delle Forze armate: a Vannacci, per inciso, Crosetto aveva contestato di «screditare l’Esercito, la Difesa e la Costituzione repubblicana ». Ciò non impedisce adesso al parà di avere una “poltrona”, forse anche per il timore che Vannacci potesse attivare iniziative legali contro il ministero, allo scopo di ottenere una funzione adeguata al suo grado di generale di divisione.
E poi c’è la questione del procedimento nei confronti dell’ufficiale. Lo stesso Vannacci la dà per archiviata. «Lo scorso agosto sul mio libro è stata aperta un’inchiesta sommaria che penso si sia già chiusa, visto che per prassi le inchieste sommarie si chiudono entro novanta giorni». È sempre Crosetto a rimarcare che non è così: «Attendiamo l’esito del procedimento disciplinare che è in corso». In realtà l’inchiesta sommaria si è sì chiusa, ma — come accade per i casi più gravi — ne è stata aperta a ottobre una formale. Un’apposita commissione sta vagliando gli atti. Nel giro di 150 giorni dalla nomina l’organismo stilerà un rapporto finale. Al termine dell’inchiesta formale potrebbero essere adottati provvedimenti disciplinari nei confronti di Vannacci, nel caso emergessero comportamenti non rispettosi delle regole. In bilico rimane l’ipotesi di una candidatura. Se dovesse realizzarsi, il generale dovrebbe mettersi in aspettativa almeno un mese prima delle Europee. Per ora si limita a cavalcare l’onda delle polemiche. E a monetizzare un inatteso aumento di vendite del suo libro.