Siena Adesso non è più solo un problema di categoria, diventa anche una questione di campo. Inteso come terreno di gioco, perché il Siena da ieri mattina non ha più un luogo dove disputare le partite.

Il Tar della Toscana ha dato ragione al Comune, respingendo l’istanza cautelare relativa al ricorso allo stesso tribunale da parte dell’Acr Siena. Il pronunciamento della magistratura è legato alla «risoluzione per inadempimento contrattuale della concessione in uso e gestione congiunta in regime accessorio con lavori di adeguamento dello stadio Artemio Franchi e del complesso sportivo Bertoni dell’Acquacalda per la durata di anni 10».

In pratica, il tribunale si è espresso contro il patron bianconero Emiliano Montanari, che al termine della convenzione con il Comune (a fine maggio), non aveva riconsegnato le chiavi degli impianti. Il Tar, a tale proposito, ha evidenziato il corretto operato dell’amministrazione e condannato la società «al pagamento delle spese della presente fase cautelare in favore del Comune di Siena». Istituzione che, si legge in una nota, «proseguirà adesso con l’iter amministrativo legato alla risoluzione contrattuale». Palazzo Pubblico è invece costretto a restare alla finestra per quanto riguarda le vicende societarie. Dopo la presentazione incompleta della domanda e la sicurezza di non poter disputare il prossimo campionato di serie C (l’ufficialità arriverà dalla Covisoc entro il 30 giugno), c’è da capire se ad attendere la Robur ci saranno i Dilettanti. Al di là della fideiussione da 350 mila euro, da presentare entro il 14 luglio, la partecipazione è vincolata a tutta una serie di pagamenti che dovevano essere presentati entro il 20 giugno. Non è chiaro se Montanari, insieme agli stipendi dei tesserati, ha corrisposto anche queste somme. Comunque sia, l’iscrizione avverrà in sovrannumero.