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27 Febbraio 2024Il provvedimento
di Alessandro Di Maria
Non è più possibile svolgere attività di culto islamico all’interno dei locali in via Trento, a Grosseto, dove si riuniva una parte della comunità islamica per ritrovarsi e anche per pregare. A stabilirlo è un’ordinanza del sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna, con la motivazione che la destinazione urbanistica dell’area non è quella di “ luogo di culto” ma di “ centro culturale”. L’ordinanza,rende noto il Comune di Grosseto, impone all’associazione Faizan e Medina, e anche alla proprietà della struttura, di ripristinare la destinazione d’uso legittima e autorizzata e di conseguenza impone il divieto di utilizzo dell’immobile come luogo di culto. « Sono rammaricato nel dover constatare e prendere atto — spiega Vivarelli Colonna — del protrarsi di una situazione insostenibile, in cui le regole vengono sistematicamente violate, con persone che si fermano a pregare anche sdraiate sul marciapiedi, contravvenendo alle regole. Per me è stato purtroppo inevitabile prendere questa decisione e vorrei rimarcare che credo nella Costituzione e nella libertà di culto, ma allo stesso tempo credo anche nella legalità».
Il centro culturale in via Trento era stato aperto dopo l’estate del 2022 dove prima sorgeva un ristorante ed è diventato il punto di riferimento dei migranti di origine pachistana. Con questo divieto, i locali resteranno comunque aperti, ai musulmani grossetani resta il centro in via Siria. «Pochi giorni fa — prosegue il sindaco di Grosseto — ho incontrato il nuovo presidente della comunità islamica che mi aveva rassicurato il rispetto delle norme e il non ripetersi di situazioni non consentite. Quella struttura, infatti, non possiede destinazione urbanistica adeguata a ospitare un luogo di culto. L’ho ripetuto più volte al responsabile delgruppo. L’ho fatto guardandolo negli occhi, assicurandomi che avesse compreso. Poi ho preso con lui un accordo anche nel cercare, insieme, una sede adeguata alle necessità della comunità islamica. Per me, le sue parole avevano sancito un patto».
Poi la situazione è precipitata sabato sera, dopo un paio di settimane senza segnalazioni particolari. «Io stesso — conclude Vivarelli Colonna — mi sono recato in via Trento per controllare lo stato delle cose. E io stesso ho scoperto decine di persone intente a pregare in ginocchioni all’interno di quello che viene utilizzato, a tutti gli effetti, come luogo di culto. Quell’area, lo ripeto, urbanisticamente non è idonea. E le regole devono valere per tutti. Non emetto quest’ordinanza con leggerezza. E ogni individuo gode di piena libertà di culto, così come sancito dalla nostra Costituzione. Ma serietà istituzionale impone questo percorso».