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31 Maggio 2023Il Pd dopo il disastro Fossi chiama Renzi e i 5Stelle ma trova subito veti
31 Maggio 2023
«Sapevamo che la ricostruzione sarebbe stata una lunga traversata nel deserto, non ci facciamo demoralizzare, in fondo siamo montati su treno in corsa…». Il passato è ancora passato. Ed il futuro si comincia a costruire da oggi, secondo Emiliano Fossi. Il segretario toscano del Pd ha convocato i giornalisti nella sede del suo partito per fare «l’analisi della sconfitta», una tappa obbligata, cominciata con un laconico «abbiamo perso».
Dopodiché Fossi ha annunciato l’avvio di una «nuova fase costituente», una «chiamata alla responsabilità che riguarda tutti». Annuncerà «entro una settimana» la segreteria: «Serve gente in gamba, un gruppo plurale che accolga le intelligenze migliori». Poi Campi Bisenzio, la sua Campi: «Lì scontiamo l’isolamento del Pd e la storia che il centrosinistra ha nel dna: dividersi e non superare questioni antiche, una responsabilità di molti, anche mia».
Infine il passaggio su alleanze e primarie: «Dobbiamo costruire un cantiere regionale che serve a far incontrare tutte le forze politiche che si riconoscono nel centrosinistra e che provano a definire le regole di ingaggio per stare insieme». Fossi pensa ad uno schema regionale «declinabile» nelle situazioni delle città, senza primarie di partito ma eventualmente di coalizione. Tuttavia in men che non si dica le porte di porte di Iv e M5S si chiudono, con il veto reciproco che ritorna da parte dei dirigenti di quei partiti.
Sul tema interviene con un indirizzo preciso l’ex senatore ed ex segretario del Psi Riccardo Nencini. Che qualcuno vede come papabile per la corsa a Palazzo Vecchio in un assai ipotetico riavvicinamento con Renzi e Calenda: «Ora il Pd deve fissare bene una tipologia di alleanze. Se Schlein vuole governare in un asse preferenziale con il M5s, i risultati sono questi. Invece bisogna riparlare con Renzi e Calenda. Per sconfiggere la destra, serve una forma di riformismo che sia decisamente radicale». Il dialogo con Renzi per Fossi non è un tabù, dato che lui stesso ammette di aver chattato nelle ultime ore con l’ex premier riguardo al post che il Riformista ha proposto ieri per «sfottere» il segretario regionale, quello con la scritta «Basta perdere».
Resta in ballo il nodo primarie, specie a Firenze, dove sono numerose le candidature ventilate nel partito. Una è già in campo, quella di Rosa Maria di Giorgi: «Confidiamo che la segreteria regionale sappia, a partire dalle considerazioni sulle cause della sconfitta, trovare le chiavi giuste per superare questo momento difficile, e trovare le giuste contromisure. Che non possono non guardare se non verso candidature di persone di esperienza, credibili, capaci, riconosciute».
Sulla debacle dei ballottaggi sono intervenuti ieri anche il sindaco Dario Nardella e il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo, che sino ad ora non si erano espressi: «La priorità per il Pd è il rilancio con proposte politiche forti e capacità organizzativa. Il Pd — ha detto Nardella — deve costruire con umiltà e tenacia proposte politiche forti per il futuro con alcuni obiettivi chiari: superare divisioni interne e tornaconti personali, tenere lontana la politica dei palazzi e stare a contatto con le persone per rispondere ai loro problemi, come stiamo facendo nella nostra città». Più duro Mazzeo: «Le città non sono laboratori dove sperimentare le formule politiche nazionali, ma i cittadini danno la loro fiducia alla capacità di creare progetti e candidature in sintonia con la comunità e capaci di allargare il consenso della somma dei partiti. Per questo è indispensabile che gli appuntamenti importanti del prossimo anno vengano affrontati con questo approccio».
A Siena intanto cade la prima testa dopo la sconfitta di Anna Ferretti al ballottaggio: Massimo Roncucci passa la mano. Il segretario comunale del Pd lo fa senza giri di parole. «Mi dimetto e mi assumo le responsabilità. Non è nel mio stile giustificarmi, anche su fattori che non ricadono su singole persone ma è così: quando si vince, si vince tutti e quando si perde, perdono sempre in pochi. Adesso capisco che è necessario fare un passo di lato, la sconfitta è stata netta».
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