francesco grignetti
Una mossa voluta, di forte valore simbolico, che più politica di così non si potrebbe. Il governo ha deciso di fare cassa sul fondo per i migranti minori non accompagnati e da lì ricavare i fondi per la previdenza integrativa degli agenti di polizia e il personale delle forze armate. E così un Fondo da 68 milioni di euro è stato decurtato di 15. «Per un governo di centrodestra, mi sembra una scelta logica e giusta politicamente», rivendica il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, Lega.
Per muovere i fondi da un capitolo di spesa all’altro, sempre nell’ambito del bilancio ministero dell’Interno, ci sono due decreti legge che si incastrano. Uno, il cosiddetto decreto Anticipi, aveva stanziato i famosi 68 milioni di euro a beneficio dei Comuni, che sono per legge tenuti ad accogliere i minori. L’altro, il decreto n. 133 del 5 ottobre cambia le carte in tavola e dichiara “quasi maggiorenni” gli ultrasedicenni non accompagnati.
È una vera beffa legale, un trucco. Secondo la legge, i minori non accompagnati hanno diritto a un percorso speciale, con mille garanzie, un trattamento particolare, dagli alti costi: si oscilla tra i 70 e i 100 euro di retta al giorno. Si consideri poi che i numeri sono imponenti. Nell’ultimo anno sono sbarcato 16 mila minori non accompagnati che si sommano ai 10 mila già sbarcati l’anno precedente.
«E con quei 68 milioni di euro – spiega Matteo Biffoni, sindaco dem di Prato, responsabile Anci per le questioni dell’immigrazione – avremmo avuto indietro dal governo solo una minima parte di quanto spendiamo. Ma ora con la mano destra ci tolgono quanto appena concesso con la sinistra. L’Anci sta rifacendo tutti i conti».
Però con il trucco di considerare “quasi maggiorenni” un gran numero dei minori non accompagnati, è ovvio che il governo risparmierebbe un sacco di soldi.
Molteni insiste che una buona metà di questi minori imbrogliano sull’età. «Almeno il 60% dichiarano di avere sedici o diciassette anni. Sono sedicenti minori».
Biffoni però non ci sta. «Eticamente e politicamente, sistemare i minori con gli adulti è una scelta inaccettabile. Ma davvero vogliono mescolare con gente grande dei ragazzi che sono stati pestati nei lager libici o ragazzine che sono state tutte stuprate?».
E poi ci sono enormi problemi giuridici. I minori hanno diritti diversi e più delicati. E ci sono leggi nazionali come convenzioni internazionali che vanno rispettate. «Io penso – dice ancora Biffoni – che al primo minore lasciato volutamente tra gli adulti con l’atto di un prefetto, scatterà immancabilmente qualche ricorso. E la magistratura non potrà fare altro che dichiarare illegittima questa norma voluta dal governo Meloni».
Di fatto, però, il governo si appresta a creare dei percorsi differenziati. Quello classico dei minori per gli adolescenti sotto i 16 anni. Quello di nuova concezione, per la fascia tra 16 e 18 anni, nell’ambito dei centri di accoglienza per adulti, sia pure con l’accortezza di definirlo «circuito dedicato». E poi il percorso di massa per i migranti adulti.
E se quest’anno sono sbarcati 16 mila minori, tutti accolti nei centri specializzati, con rette da 100 euro al giorno, il vero obiettivo a cui il governo mira è il consistente risparmio che potrebbe ottenere lasciandone la metà nei centri per adulti, dove la retta costa 70 euro in meno. In questa prospettiva, i 15 milioni tolti al fondo per i minori che ora il governo vuole usare per la previdenza integrativa del personale in divisa è solo l’antipasto di quel che verrà.
Si consideri che in complesso il Viminale spenderà quest’anno 700 milioni di euro per il Fondo migranti, a cui sommare i 30 milioni residui per ristorare i Comuni. «Quel Fondo da 46 milioni che ora riducono a 30 non sarebbe stato sufficiente, ma almeno era una boccata di ossigeno», insiste Biffoni.
La grande ondata di arrivi ha infatti messo in crisi molti Comuni del Nord, da Milano a Bologna, Firenze, Torino, Cremona, dove i sindaci fanno i salti mortali per garantire ai minori non accompagnati quel trattamento che la legge prevede e che il senso di umanità impone. Poi, certo, se basterà un tratto di penna per dichiarare “quasi maggiorenne” chi non ha la maggiore età, un effetto sulla spesa ci sarà di sicuro.