Ieri la solidarietà di Nordio, oggi l’altolà di Delmastro con quel «non si processa chi difende la Patria!».
Che effetto le fa Armando Spataro?
«Potrei forse comprendere la solidarietà, ma non il fatto che si consideri difesa della patria impedire lo sbarco di disperati che hanno lasciato le loro terre solo per la speranza di una vita dignitosa. La politica dei “porti chiusi” è inaccettabile per ogni democrazia».
La premier Meloni dice l’opposto. Per lei «sarebbe grave trasformare un dovere in un crimine». Il “dovere” è quello di Salvini.
«Per l’ennesima volta siamo di fronte a un conflitto tra politica e magistratura, che è cosa ben diversa dalle normali tensioni che pure possono sussistere tra poteri dello Stato. Peraltro si tratta di posizioni che oscillano a seconda dei casi.
Come dimenticare che la premier nel gennaio 2023 si è recata di persona a Palermo per complimentarsi con il procuratore per l’arresto di Messina Denaro? Mi chiedo: quella procura è un ufficio che merita apprezzamento o può essere delegittimato?».
È singolare però che Meloni rifiuti la sola idea che un suo ministro possa aver commesso un delitto. E gli esempi ci sono…
«Si dimentica che se un imputato è colpevole o meno lo decide il giudice, anche se le sentenze sono criticabili, ma nessuno potrà mai impedire al pm di indagare su ogni ipotesi di reato di cui abbia notizia.
È suo dovere farlo in nome dell’obbligatorietà dell’azione penale, e ciò rafforza l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, che oggi potrebbe scomparire se fosse approvata la separazione delle carriere».
Meloni e i suoi ministri pretendono un lodo che li tuteli dalla magistratura?
«Ancora non vedo questo pericolo che potrebbe evocare l’epoca delle leggi ad personam berlusconiane.
Speriamo che non si arrivi mai a quel tipo di interventi che furonobocciati dalla Consulta o finirono su un binario morto grazie alla reazione di giuristi e cittadini».
E il caso Toti? Perfino il patteggiamento venduto dalla destra come prova che la procura ha sbagliato?
«Mi limito a dire che i colleghi di Genova hanno agito all’evidenza con professionalità e sobrietà comunicativa».
Per difendere Meloni, La Russa certifica che lei ha attaccato i pm e non i giudici. La separazione delle carriere metterà i pm sotto l’esecutivo così staranno buoni?
«Questa legge viene presentata come lo strumento che risolverà i problemi della giustizia. Invece è una vera e propria impostura che, come in tutti i Paesi dove esiste eccetto il Portogallo, finirà per mettere il pm sotto l’esecutivo».
È quello che vogliono.
«Qualcuno lo nega, ma laconseguenza è inevitabile. Quanto a La Russa non mi sorprende che si ritengano criticabili i pm in quanto “non giudici”. Eppure si dice assai spesso che proprio i giudici sarebbero appiattiti sui pm. Qui dico solo che i giudici decideranno secondo libertà e coscienza, e nessuna critica o consenso ai pm potrà condizionarli in alcun modo.
Neppure le manifestazioni che si vorrebbero organizzare dinanzi al palazzo di giustizia di Palermo».
Giusto per copiare Berlusconi.
«Quella si rivelò una protesta comica e senza alcun effetto».
La Russa boccia anche i pm che “interpretano”. Dovrebbero uniformarsi al governo?
«Anche questa è una vecchia storia che ignora il ruolo fondamentale dell’interpretazione delle leggi, irrinunciabile per pm e giudici, come la Consulta ha più volte scritto nelle sue sentenze».
Ha letto l’ex toga Matone, ora deputata leghista, che vede l’Anm come “un lupo vestito da agnello”. Se è vero che su lupi e cervi è lecito sparare qui la magistratura è messa male…
«Se lupi e cervi siamo, viviamo però in una riserva naturale protetta dai cittadini, e dunque nessuno ci potrà mai sparare».