La proposta su La Stampa
emanuela minucci
C’è il preside che ha appeso in bacheca il commento. Chi ha creato l’hashtag #fasciabiancainclasse. Chi ha sospeso la lezione per parlare di quel commento che dalle colonne della Stampa la scrittrice Elena Stancanelli ha rivolto agli studenti italiani: ragazzi, respingete la brutale indifferenza con cui lo Stato ha trattato i morti di Crotone. E li ha esortati ad andare in classe, lunedì, con una fascia bianca al braccio: «La mia proposta è: dichiariamolo, il nostro lutto. Un lutto al quale ci ribelliamo: mettiamo al braccio una fascia bianca. Andateci a scuola, lunedì. Fatevi vedere, mostratevi sui vostri social, gridate la vostra estraneità a questo abominio. Rimanete innocenti, dichiarando pubblicamente la vostra distanza. Se non grideremo abbastanza, se non faremo capire in tutti i modi quanto ci fa schifo quello che è stato fatto domenica, quello che continua ad accadere nel nostro mare, ne porteremo addosso il dolore anche noi. La mia voce è piccola, ma la nostra tutti insieme è potente».
L’appello della scrittrice è stato ampiamente condiviso sui social. E dalle scuole di Crotone a quelle di Torino è montato il dibattito. Di quella fascia bianca al braccio si è discusso animatamente su Facebook o Instagram, ma anche di persona, nelle aule e nei corridoi delle scuole come nelle chat di genitori e studenti.
A raccontarlo è proprio la preside di una scuola di Crotone, Laura Laurendi che dirige l’istituto tecnico industriale Guido Donegani. «Appena letta quella proposta sulla Stampa è partita la discussione nelle nostre classi. I ragazzi, com’è immaginabile, sono rimasti davvero molto scossi dalla tragedia avvenuta domenica, alcune delegazioni degli studenti sono andate a rendere omaggio alle vittime, ci sentiamo uniti più che mai ai protagonisti di questa tragedia. E l’idea della fascia bianca al braccio per testimoniare anche plasticamente la nostra distanza a come è stata trattato questo disastro ha convinto molti». Fa una pausa: «E se io stessa fossi ancora fra quei banchi l’avrei certo indossata».
Anche alcuni sindacati si schierano a favore dell’appello: «La Flc Cgil è convinta che la partecipazione attiva degli studenti, degli insegnanti, dei presidi, alla vita politica, culturale e civile del paese – spiega la dirigente sindacale Graziamaria Pistorino – sia il primo elemento di democrazia; sono benvenute tutte le iniziative che oggi nella scuola possano dire “no” all’indifferenza e alla mancanza di solidarietà».
Anche la preside del Liceo Scientifico Alessandro Volta di Torino, Maurizia Basili non ha dubbi: «Sono perfettamente d’accordo con quanto scritto da Elena Stancanelli: è accaduta una tragedia che non può lasciarci indifferenti e spero che l’appello della scrittrice venga ascoltato. Io stessa fossi una studentessa indosserei quella fascia bianca».
Dello stesso parere Lorenza Patriarca, preside dell’istituto comprensivo Tommaseo di Torino: «È un’idea molto opportuna. Ahimè ci stiamo abituando a leggere di tragedie come quella di Crotone, ma si tratta di fatti che non devono e non possono succedere. Rimarcarlo a scuola con un gesto come quello della fascia bianca può essere un modo per evitare che le coscienze si addormentino e si finisca per abituarsi a fatti di questo tipo. Vogliamo aderire, la scuola si è già mossa e gli insegnanti hanno già scritto a tutti i rappresentanti di classe, di ogni classe di ordine e grado».
Nel frattempo è partito il tam tam fra gli studenti, come spiega la liceale torinese Gaia Giraudo che trova l’iniziativa della fascia bianca «da condividere il più possibile perché il nostro dissenso e la nostra ribellione vanno dimostrati con i fatti, con i simboli e con i gesti. Specialmente con un governo di questo tipo che usa le parole come clave è più che mai importante reagire uniti con la forza di un messaggio, un no, visibile e plastico».