Il tono spiega forse perché Aponte, a 83 anni, sia ancora chiamato “il Comandante”. Al centro della sua protesta c’è la volontà di concedere a Spinelli una nuova area, quella dell’ex centrale Enel: “Qua vengo a sapere che praticamente la sua organizzazione ha deciso di dare ulteriori 14 mila metri quadri a Spinelli, gliene ha già dati 30 mila. Insomma, se gli volete dare tutto il Porto di Genova insomma e noi stiamo a guardare, la cosa incomincia a diventare un po’ indecente”.
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Più che dalla sostanza della conversazione, Signorini sembra scioccato dai modi: “Cosa vuole che le dica, comandante, io non credo di essere una persona a cui si può parlare in questo modo (…) mi sembra un’esagerazione…”. Poco dopo, il presidente dell’Authority chiama Toti: “Ho ricevuto una chiamata devastante da Aponte (…) per fartela brevissima dice che se noi diamo le aree a Spinelli lui fa il finimondo”. Il governatore consiglia di “prendere tempo”: “Che vuoi dirgli, a parte che sarebbe meglio che alcune telefonate non le facessero”. Quella sortita, in ogni caso, sembra essere seguita al contrattacco di Spinelli, che avrebbe rinfacciato ad Aponte i vantaggi ottenuti dal precedente presidente dell’Autorità Portuale Luigi Merlo, nominato dal centrosinistra, andato poi a lavorare per Aponte: “Gliele ho dette tutte, gli ho detto Merlo lo vengono a prendere domattina se vado in tribunale”.
Una vicenda emblematica di come girassero le cose è il rinnovo trentennale concesso a Spinelli del terminal Rinfuse, avvenuto tra l’autunno e l’inverno del 2021: “Una presa per il culo”, secondo Rino Canavese, uno dei tre membri della commissione portuale che si dovrebbe pronunciare su quel rinnovo. Una delibera “da manette”, secondo un altro componente dello stesso organismo, l’ex giornalista del Secolo XIX Giorgio Carozzi. La terza persona da cui dovrebbe passare la decisione, l’avvocato Andrea La Mattina, nominato dalla Regione Liguria, minaccia le dimissioni. “La realtà – dice Carozzi – è che per uscirne vivi noi tre senza dare l’impressione che abbiamo preso la stecca, parlandoci chiaro, come ha preso il tuo… quello che il presidente (Signorini, ndr) definisce il mandante (Toti, ndr)… aspettiamo e diamogli due o tre anni di rinnovo”.
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La resistenza del comitato portuale verrà piegata. Toti, “dimostrandosi totalmente asservito agli interessi di Spinelli”, chiama il sindaco Marco Bucci e gli chiede di “raddrizzare” Carozzi, nominato dal Comune di Genova. La Mattina, definito in modo sprezzante dal governatore “un ragazzino saccente dello studio Erede Bonelli”, viene indotto a cambiare idea da Pietro Giampellegrini, capo di gabinetto della Regione, e convinto con l’inserimento di una clausola che restituirebbe le aree all’Autorità portuale nel caso (certo) di cambiamento della destinazione d’uso. Una clausola che però, secondo Canavese, non sta in piedi, perché Spinelli avrebbe comunque diritto a un indennizzo.
Canavese alla fine è l’unico a votare contro, nonostante il pressing di Signorini e del suo vice, Paolo Piacenza. La decisione passa. E come ringraziamento, quattro giorni più tardi, Spinelli erogherà 40 mila euro al comitato che sostiene Toti. Se ne parla pochi giorni prima sullo yacht di Spinelli, alla presenza di Toti e Signorini: “Ora finiamo l’operazione (…) se vengono festeggiamo le Rinfuse a Montecarlo”. Spinelli lega quella decisione ai finanziamenti elettorali: “Quello ufficiale, il 2 per mille… tutto il resto dopo”. Persino il figlio di Spinelli, Roberto, è contrario a quelle erogazioni: “Non vuole che faccia i finanziamenti ai partiti, ma io li devo fare”; come spiega al patriarca una funzionaria del gruppo Spinelli, il problema è che “sembra corruzione”. L’ex presidente del Genoa lo racconta a un altro armatore, Augusto Cosulich, non indagato, che risponde: “Lo faccio anche io, lo facciamo tutti”.