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23 Dicembre 2023Fossi e Giani cercano di placare gli animi nel partito in Regione. Sullo sfondo anche il caso Del Re
Giulio Gori
Il Pd manda un monito a Italia viva. Dopo l’aumento dell’Irpef per coprire il disavanzo del bilancio della sanità e la decisione dei due consiglieri regionali del partito di Renzi di lasciare l’aula e di non votare la legge di stabilità, il Pd chiede una verifica della tenuta della maggioranza in Regione: «Auspicavamo una assunzione collettiva di responsabilità dell’intera maggioranza — dice il segretario toscano dei dem, Emiliano Fossi — Faremo una riflessione profonda nel partito e avvieremo poi una verifica nella maggioranza». A fargli eco è il governatore Eugenio Giani: «La decisione di Iv non ha messo a repentaglio il voto e la maggioranza non si è rotta, ma certo occorrerà su questo riflettere. Su quell’atteggiamento che hanno avuto (i consiglieri Scaramelli e Sguanci, ndr ) dovremo nei prossimi giorni fare una verifica seria. Deciderà poi il gruppo del Pd, affinché si possa indicare la strada della coalizione di maggioranza per il futuro».
La risposta di Iv non si fa attendere, col responsabile toscano Nicola Danti: «Non vediamo l’ora di parlare con il presidente Giani e col segretario Fossi per spiegargli di nuovo perché non abbiamo votato l’aumento delle tasse. A scanso di equivoci, confermiamo che non intendiamo farlo neanche in futuro. Aspettiamo di conoscere la data e l’ora che riterranno opportune per l’incontro con Iv, arriveremo puntuali». Stessa linea per l’ex parlamentare fiorentino di Iv, Gabriele Toccafondi, che chiede al Pd di non guardare a sinistra: «Gli inviti al dialogo tra partiti di coalizione fatti da Giani e Fossi sono apprezzabili. In maggioranza sono essenziali gli incontri per parlare di programmi e visione futura e non vanno fatti solo per chiarimenti. Il Pd spero non dimentichi che l’unica coalizione che può dare risposte serie ai territori sia quella riformista. Altrove c’è solo chi urla, sbraita e dice “no a prescindere” a sviluppo ed infrastrutture».
Cosa c’è dietro questo scambio di «inviti»? Nei corridoi non si prevede una rottura imminente tra Pd e Iv, ma Fossi e Giani potrebbero aver voluto battere i pugni per placare chi nel loro partito è furioso dopo la defezione di Iv. Ma ora ci sono i sei delicatissimi mesi che portano all’elezione del nuovo sindaco di Firenze, con Sara Funaro (Pd) e Stefania Saccardi (Iv) schierate l’una contro l’altra. Un punto che rende più complessa l’alleanza in Regione, di cui Saccardi è vice presidente: «Noi continuiamo a lavorare con tranquillità con Giani, e poi vedremo — dice lei — Se li avanzeranno altri, i problemi, ne prenderemo atto».
A questa vicenda si intreccia la posizione di Cecilia Del Re, che aveva chiesto invano le primarie e che ora si guarda intorno (non è escluso che possa partecipare alle primarie lanciate da Saccardi). Un’ipotesi che porterebbe l’ex assessora comunale fuori dal Pd. E con lei, dice un’indiscrezione, «diversi suoi fedelissimi». Così, la partita dell’Irpef di Palazzo del Pegaso, se non ha portato (per ora) al temuto divorzio, è legata a doppio filo alla corsa a Palazzo Vecchio.
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