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22 Novembre 2023Protocollo della discordia
Tajani, titolare della Farnesina: presenteremo in tempi rapidi un ddl di ratifica. I costi interamente coperti dal Roma, anche per la polizia albanese
Effettuando quella che le opposizioni bollano senza mezzi termini come «una giravolta», il governo fa sapere che, per il varo del controverso accordo in materia di migranti fra Italia e Albania, occorrerà una legge di ratifica da far approvare in Parlamento. A dichiararlo, ieri nell’aula di Montecitorio, è stato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, nell’attesa informativa sul suddetto memorandum. L’esecutivo, ha detto, «intende sottoporre in tempi rapidi alle Camere un disegno di legge di ratifica che contenga anche le norme e gli stanziamenti necessari all’attuazione del protocollo ».Dopo gli interventi delle forze politiche e le dichiarazioni di voto, l’Aula ha approvato la risoluzione della maggioranza (189 sì, contro 126 no), che impegna appunto l’esecutivo ad «adottare ogni iniziativa necessaria, anche tramite un disegno di legge di ratifica, per un’efficace e urgente attuazione del Protocollo ». E un ampio via libera (317 sì, nessun contrario) è arrivato pure per alcune parti delle diverse risoluzioni delle opposizioni_: una presentata da Pd, Italia Viva e +Europa, sul tema del coinvolgimento delle Camere; e un’altra che M5s invece ha presentato da solo e che chiedeva
fra l’altro una relazione annuale del governo sul funzionamento dell’intesa.
«Non è come Regno Unito-Ruanda».
Il vicepremier è tornato sul contenuto dell’intesa, ribattendo a «chi, nell’opposizione,ha descritto il progetto come una Guantanamo all’italiana, ha parlato di deportazione o evocato il precedente dell’accordo tra Regno Unito e Ruanda». Secondo Tajani, invece, l’accordo «non è paragonabile al protocollo tra Regno Unito e Ruanda, non c’è esternalizzazione a un terzo Paese nella gestione delle domande di asilo e non si deroga ai diritti internazionalmente garantiti». L’Italia intende costruire due centri migranti in territorio albanese: uno per la prima accoglienza, l’altro per le persone in attesa di rimpatrio (che potranno restarci fino a 18 mesi). In contemporanea, potranno ospitare al massimo 3mila migranti. E «gli avvocati e le organizzazioni internazionali potranno entrare». I costi dei centri, compreso il rimborso della vigilanza della polizia albanese, saranno «a carico dell’Italia», con un primo anticipo di 16,5 milioni di euro.
L’ironia delle opposizioni. Per Tajani, il dibattito in Aula «dimostra che il governo non si è mai sottratto al dialogo e al vaglio del Parlamento». Le opposizioni ricordano tuttavia come – poco dopo la firma dell’accordo fra la premier Giorgia Meloni e il suo omologo albanese Edi Rama – in maggioranza siano stati molti, a partire dal ministro dei Rapporti col Parlamento Luca Ciriani, a dire che un placet
del Parlamento «non serve», perché «c’è già un accordo internazionale in materia ». Per la vicecapogruppo dem Simona Bonafé, l’esecutivo ha fatto «un imbarazzante dietrofront». Rincara la dose il 5s Alfonso Colucci: «Una redenzione di Tajani, se non la vogliamo chiamare una giravolta – argomenta -. E il governo ha omesso i reali costi: una spesa di 80 milioni di euro, con un deposito di 100 milioni a garanzia. Chi pagherà?». Nicola Fratoianni (Avs) ritiene l’intesa «un’operazione di pura propaganda. Come l’accordo con la Tunisia ». Tagliente è pure il pronostico del segretario di +Europa, Riccardo Magi: «State provando a edificare una costruzione di cartapesta che non reggerà».