Un ordine del giorno presentato da un partito già accusato di legami stretti con la Russia di Vladimir Putin (è tutt’ora in vigore l’accordo col partito Russia Unita) e ha l’obiettivo politico di mettere in difficoltà Meloni alla vigilia delle europee: la premier ha fatto della fedeltà atlantica il suo principale impegno in politica estera e adesso il Carroccio vuole provare a prendere le distanze in campagna elettorale. E lo fa con un ordine del giorno che ha un impatto politico simbolico: non è vincolante.
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La mozione di Romeo però è molto chiara. Prendendo spunto dalle comunicazioni del 10 gennaio del ministro della Difesa Guido Crosetto alle Camere, il leghista fa una premessa che rischia di mettere in difficoltà il governo. La prima riguarda lo stato dell’arte nei rapporti con Mosca: “I numerosi sforzi della comunità internazionale nei confronti del popolo ucraino si sono rivelati finora essenziali ma non sufficienti per neutralizzare la minaccia russa –scrive Romeo – la Russia ha aggirato le sanzioni occidentali fortificando le partnership con i Paesi del sud globale (Corea del Nord, Cina, Iran) (…)”. Kiev, dice Romeo, non potrà vincere la guerra: “Il contesto militare vede uno scenario diverso rispetto alle previsioni di un anno fa – aggiunge – Tale scenario rischia di complicarsi ulteriormente nel breve periodo, visti i dubbi sulla capacità effettiva dell’Ucraina di resistere nel lungo termine contro una nuova offensiva russa, considerata la disparità numerica delle forze in campo e la perdurante situazione di svantaggio aereo”.
Inoltre il capogruppo della Lega spiega che le elezioni europee e quelle degli Stati Uniti “possono portare a un cambio di approccio nelle politiche dei Paesi europei e degli Usa nei confronti del conflitto in Ucraina”. Un auspicio, quello leghista. A Washington, continua Romeo, “l’assistenza americana è ferma per assenza di fondi” e lo stallo al Congresso e in caso di vittoria di Donald Trump “non è un’ipotesi remota immaginare una postura isolazionistica degli Stati Uniti in riferimento alle dinamiche europee e specialmente al conflitto in Ucraina”. Ergo: “I segnali politici riflettono un cambio di atteggiamento dell’elettorato americano” ma anche in Ue.
È qui che la Lega manda un messaggio a Meloni in chiave elettorale. Romeo evidenzia come “anche l’opinione pubblica italiana non supporta più pienamente gli aiuti militari che il nostro Paese continua a inviare in sostegno all’esercito ucraino e auspica una soluzione pacifica e diplomatica del conflitto”. Come dire: adesso basta. Visto che la guerra si protrarrà ancora a lungo e Zelensky si è mostrato più incline a una “soluzione diplomatica”, per la Lega è “essenziale sviluppare una visione di come finirà la guerra” e non si può pensare “una soluzione esclusivamente militare”. Così si chiede al governo di “farsi carico, nelle competenti sedi europee, di una concreta e tempestiva iniziativa volta a sviluppare un percorso diplomatico, al fine di perseguire una rapida soluzione del conflitto”. L’ordine del giorno della Lega arriverà oggi in aula e metterà in difficoltà la maggioranza.