ROMA — «Schlein? Non lascia il segno. Il Pd è senza visione». Fosse solo l’ultima sparata di Beppe Grillo, al Nazareno dormirebbero sonni tranquilli, visto il peso, sempre più piuma, del fondatore dei 5 Stelle nelle dinamiche del partito. Ma stavolta le sortite del comico sono il tassello di una strategia. Vanno abbinate agli strali di Giuseppe Conte sui migranti, in chiave anti-Pd. Insomma la campagna per le Europee è cominciata e il Movimento, come può, maramaldeggia sui “cugini” democratici. Alleati ma non troppo. L’ex premier da tre giorni martella Schlein sui migranti. Sostiene che i dem sono per «l’accoglienza indiscriminata». E poi fa il risentito, se ci sono reazioni dal Nazareno: «Ma come si permettono di paragonarmi a Meloni?», si accalorava ieri mattina in conferenza stampa a Montecitorio. «Un cartello elettorale non ci sarà mai, ma dialoghiamo sui temi. Quindi meglio dirlo subito: no allo Ius soli ». Che Elly Schlein aveva appena rilanciato, la settimana scorsa.
Capita l’antifona, la leader del Pd ha deciso di non dare corda a queste rasoiate. «Non rispondiamo più», diceva ieri pomeriggio da un divanetto del Transatlantico, parlando coi collaboratori.«Abbiamo già risposto ieri a Conte, basta così direi». L’ordine di scuderia è arrivato anche al resto del partito: non prestare il fianco.
Vale per Conte, ma pure per Grillo, fresco di rinnovo del contratto da 300mila euro l’anno col Movimento per occuparsi di comunicazione, anche se l’ex comico fuori dalla sede dei 5S ha ammesso che ormai è prezioso piùper il suo silenzio: «Non do consigli ai parlamentari, ormai sono vecchi politici: sono loro che consigliano a me quello che non devo dire». Ma durante l’ultima calata romana, in attesa di vedere oggi l’ex premier, Grillo se l’è presa soprattutto con Schlein. «L’ho sentita, è una persona colta, poi non mi lascia un granché di strascico. Ma un po’ tutti i politici sono così ». Seguono frecciate sul Pd: «Non ha visioni, hanno sbagliato da Prodi». Criptico sul campo largo («Non ci sono campi se non hai un po’ d’immaginazione. Il campo è aperto a chiunque ha un po’ di immaginazione») e sulle alleanze: «Le abbiamo fatte, destra e sinistra, e siamo stati o pugnalati alla schiena o sono successe altre cose». E la destra? L’unica criticamossa al governo Meloni è sull’annuncio del mancato rinnovo della Via della Seta. Il solito Grillo filo- cinese: «La Via della Seta apre orizzonti straordinari e noi diciamo di no?». Aveva voglia di parlare, comunque. Su Luigi Di Maio: «Non l’ho più sentito. L’incarico in Ue? È bravo, è il suo mondo». Sull’altro grande ex, Alessandro Di Battista: «Non so se è disponibile, ma le porte in amicizia sono aperte».
Ma sono principalmente gli affondi di Conte a crucciare il Nazareno. Anche perché sul salario minimo si era visto finalmente uno sprazzo di unità. L’ex premier ha intenzione di cavalcare il tema migranti per tutta la campagna elettorale. Ha cominciato tre giorni fa da Vespa, parlando dei dem come fautori «dell’accoglienza indiscriminata ». «Non ha letto le nostre 7 proposte, e io non ho visto le sue», la replica di Schlein l’altro ieri, prima di lasciare che altri, da Guerini a Majorino a Bonaccini, ricordassero a Conte dellephoto opp con Salvini sui decreti Sicurezza. Poi la segretaria del Pd è entrata in modalità zen. «Pensiamo a fare opposizione alla destra, non tra noi». Ma Conte non ci pensa proprio. E gioca la carta Grillo: «Con Conte — racconta il fondatore — siamo in un momento di grande sintonia».