𝗔 𝗘𝗠𝗔𝗡𝗨𝗘𝗟𝗘 𝗠𝗢𝗡𝗧𝗢𝗠𝗢𝗟𝗜 𝗖𝗢𝗡𝗦𝗜𝗚𝗟𝗜𝗢 𝗗𝗜 I𝗠𝗣𝗔𝗥𝗔𝗥𝗘 𝗗𝗔𝗜 𝗖𝗜𝗧𝗧𝗔𝗗𝗜𝗡𝗜, 𝐋𝐀 𝐂𝐈𝐓𝐓𝐀’ 𝐍𝐎𝐍 𝐄’ 𝐔𝐍’𝐀𝐙𝐈𝐄𝐍𝐃𝐀
2 Febbraio 2023News
3 Febbraio 2023di Pierluigi Piccini
Era normale che dopo l’editoriale di domenica di Pino di Blasio la Nazione cercasse delle conferme dai candidati a sindaco e alle primarie. Il cerchio andava chiuso possibilmente in modo positivo. Il taglio suggerito dall’editoriale era di non stare a perdere tempo con cose che non sono di stretta competenza dell’Amministrazione comunale e puntare viceversa sulla gestione ordinaria. Possibilmente una sana piccola amministrazione della cosa pubblica che non disturbi i manovratori dei “grandi” progetti, dove la concentrazione del potere è più ampia. E dal coro dei consensi si è distinto in modo particolare Montomoli, che proprio non riesce a non occuparsi del Biotecnopolo. Forse perché la sua azienda di servizi da qualche parte si dovrà pure appoggiare industrialmente per avere un futuro e “il sindaco di Siena dovrà dire la sua”. Il triangolo si potrebbe configurare in questo modo: Governo, Biotecnopolo, partiti di centrodestra che sostengono l’eventuale sindaco e infine, lo stesso primo cittadino. La dichiarazione del Montomoli continua con la solita tiritera sulle infrastrutture che troveremo in tutti i programmi e l’internazionalità della città come se Siena non lo fosse già. Come essere internazionali? Grazie al Governo. Montomoli è il classico civico che si fa partito all’occorrenza, esattamente come De Mossi. Un copione già visto che non ha poi fruttato molto alla città.
Il coro di consensi è proseguito con la Ferretti: niente progetti faraonici, ma che vuol dire? Finiamo quello già avviato, due lavori in particolare. No a voli pindarici, bene! Domanda, ma la candidata alle primarie si è posta il problema che la prossima Amministrazione dovrà realizzare il nuovo Piano strutturale con un Piano operativo in essere che ha fallito nelle aspettative? La pianificazione territoriale richiede una visione strategica della città per il suo futuro che non può accontentarsi del solo contingente. L’urbanistica per potersi realizzare pienamente ha bisogno di diverse variabili: gli esperti ne contano almeno diciotto e solo una di esse è il sociale, per rimanere con i piedi per terra. Ma il sociale per poter esserci e progredire efficacemente ha bisogno che da qualche parte nello stesso territorio si produca reddito. Non è sufficiente il solo sostegno pubblico. La risposta si chiama, lavoro. Ma quale lavoro e come crearne di nuovo? Se si pensa di risolvere il problema occupazionale con il Biotecnopolo, auguri! Se poi si guarda al Monte dei Paschi allora, per colpa di una miriade di errori, abbiamo solo una sottrazione di ricchezza per il territorio che non è ancora finita. Insomma, per rimanere con i piedi per terra, una città, la nostra, per essere al passo con il futuro deve essere capace di affrontare le nuove sfide e le nuove contraddizioni sociali. Le città, in generale, dovrebbero avere una ambizione e Siena la potrebbe realizzare, quella di porsi come punto di riferimento di un nuovo Umanesimo. Mi scuso ma non posso fare a meno di introdurre due categorie come logos e eschaton: meglio, raccogliere tutti uno ad uno i cives (cittadini) per donare loro un fine e una speranza. Tuttavia per non essere tacciati di astrattismo il movimento Per Siena affronterà alcune di queste tematiche in un apposito incontro nei primi giorni di marzo con proposte tangibili e programmatiche. Il più divertente, per chiudere, ma non classificabile è sicuramente Castagnini con la sua citazione di San Francesco: si vede bene che è un assiduo frequentatore di internet.