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di Marcello Sorgi
Con le dimissioni di Toti da governatore, assume una certa consistenza il test delle regionali d’autunno. L’Italia è così: anche dopo un passaggio di valore nazionale, come le Europee dell’8 giugno, basta il voto in un piccolo comune – e qui si tratta di tre regioni, Emilia Romagna, Umbria e Liguria, anche se nella terza le urne non si apriranno proprio contemporaneamente alle altre due – a rimettere la posta in gioco. E si spiega in questo modo «l’estate militante» inaugurata da Schlein dopo il buon risultato appena conseguito a Strasburgo, e la vivacità degli alleati di Meloni, impegnati, oltre che a farsi la guerra, a logorare la premier, la sola che nei sondaggi continui a crescere.
Non è un mistero che Meloni, nel timore che il centrosinistra conquisti tutte e tre le amministrazioni, avrebbe preferito una separazione più lunga tra i tre appuntamenti, magari grazie a un’ulteriore resistenza dell’imputato Toti. Il quale invece, aggiungendo la parola «irrevocabili» alle sue dimissioni ha dato il via al conto alla rovescia. Lo ha fatto intanto perché, come gli hanno spiegato i suoi legali, è l’unico modo di ottenere dai magistrati che hanno condotto l’inchiesta per corruzione contro di lui la revoca degli arresti domiciliari. E perché ha capito che la sempre più tiepida, sempre più soccombente alla pressione della magistratura, solidarietà ottenuta dagli alleati era rivolta solo a cercare un accordo alle sue spalle, senza tener conto che l’ormai ex-governatore un peso in Liguria ce l’ha ancora, e non sarà facile aggirarlo.
Il centrodestra parte comunque diviso nella realtà in cui era risultato vincente due volte di seguito con Toti, mentre il centrosinistra, favorito dal crollo per le accuse di corruzione dell’amministrazione, punterà molto probabilmente sull’ex-ministro Orlando. Nei sondaggi, i due poli risultano pari; decisiva sarebbe la conferma, da parte di Renzi, della scelta di allearsi con Schlein, sebbene la maggiore esponente locale di Italia viva, Paita, sia contraria. In Emilia Romagna giochi fatti per il candidato scelto da Bonaccini, De Pascale. In Umbria l’amministrazione uscente di centrodestra guidata dalla governatrice Tesei si gioca la riconferma contro la prima candidata di Avs del “campo largo”, la star di “Di martedì” Piccolotti.