R.E.M. – Losing My Religion
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14 Aprile 2024Eike e i partiti
«Dio me l’ha data, guai a chi la tocca», sono le parole attribuite a Napoleone nell’atto di porsi sul capo la Corona Ferrea, per incoronarsi Re d’Italia. Parole adatte a definire, si parva licet componere magnis , l’idea che il Pd fiorentino sostiene riguardo all’eredità degli anni di Dario Nardella a Palazzo Vecchio. Nei decenni passati poteva sembrare facile trasmettere un simbolo di potere da un capo all’altro della stessa compagnia politica, questa volta la cosa è più dubbia. Un tedesco è sceso in campo per conquistarla lui la corona e, anche se la nomenclatura democratica fa finta del contrario, un filo (o forse una bella corda) di inquietudine si fa strada fra gli eredi del sindaco uscente. Lasciamo per ora questo ramo del lago della politica e consideriamo alcuni passi iniziali della sfida assai difficile che Eike Schmidt ha deciso di condurre sulle rive dell’Arno. Fresco di intervista allo Spiegel , l’ex-direttore degli Uffizi, si è spostato da Amburgo in un più domestico Quaracchi, quartiere periferico ma di forte tradizione e a due passi dal contestato aeroporto di Peretola, che Schmidt però sostiene convintamente.
Una prima osservazione: il candidato del centrodestra ovvero della destracentro, ha messo in chiaro, fin da quando è circolata la proposta a suo riguardo, che lui sarebbe stato sostenuto sì dai partiti che oggi governano l’Italia, ma che in ogni modo avrebbe reso chiaro il suo civismo, cioè la sua distanza e autonomia da qualsiasi ristretta logica di appartenenza politica.
Vedremo nei prossimi giorni la sua lista o le sue liste civiche, ma la prima cosa che si è potuto notare è che, camminando per le strade di Quaracchi, sul suo fido accompagnatore, Giovanni Donzelli, qualche dubbio come purezza di esponente civico poteva venire in mente. Niente di che, ci mancherebbe! era solo per dire che a Schmidt sarà difficile sfuggire al condizionamento dei partiti che lo hanno indicato, basta considerare i primi movimenti della campagna elettorale. Forza Italia, che proprio una primazia in fatto di voti non ce l’ha a Firenze, ha già presentato un documento con ben 73 punti da porre all’attenzione di chiunque e in primo luogo del proprio candidato sindaco. Dentro in buona sostanza non c’è niente di clamorosamente nuovo, anzi ci si ritrovano tanti cavalli di battaglia di habitué della vita pubblica locale, per fare un solo esempio: l’opposizione storica di Mario Razzanelli alla tramvia. Il fatto è che allo stato dell’arte, riconosciuta la novità della candidatura di Schmidt, conosciamo solo due o tre cose del suo pensiero «fiorentino»: la questione della sicurezza, il contrasto ai progetti futuri della tramvia, il sostegno alla nuova pista di Peretola. Come si vede dai 73 punti di Forza Italia, presto il Nostro si troverà circondato da proposte di ogni tipo, rilevanti alcune, minute altre, quasi a sembrare che si voglia ripartire dall’anno zero e rifondare tutto: dal ruolo dei carabinieri in pensione a questioni di visione del futuro, come il blocco o meno della speculazione turistica ormai non solo in centro. In realtà, pensare di ribaltare totalmente progetti ormai definiti, come nel caso della tramvia, può essere utile quando si sta all’opposizione, ma se s’intende competere veramente per governare… Ci vuole visione e concretezza per tentare di portare via la corona a quelli che da decenni ci si sono tanto affezionati da non poterne fare a meno, e di Napoleone se ne trovano pochi in giro per l’Europa, da una parte e dall’altra per quanto riguarda la politica. A conforto di Schmidt c’è da dire che prima o poi la corona la perdono tutti e lui per ora non la può perdere: non ce l’ha.